
Il crollo si aggiungerebbe a quello delle chiusure di marzo e in totale porterebbe a un calo degli acquisti pari a 229 miliardi
Con un lockdown a Natale avremmo 25 miliardi di consumi in meno. A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto Censis-Confimprese, secondo cui a fine anno, a causa della seconda ondata di restrizioni in aggiunta al primo lockdown, il crollo dei consumi si attesterà a 229 miliardi di euro a cui sarebbe associato un catastrofico taglio potenziale di posti di lavoro, fino a cinque milioni di unità. «Il solo retail – afferma il Censis – subirà una sforbiciata di 95 miliardi di euro di fatturato (-21,6%) e nel comparto si rischia la perdita di oltre 700.000 posti di lavoro».
La metà degli italiani è disposta ad accettare i rigori della seconda ondata dell’epidemia solo perché è convinta che a breve arriverà una cura risolutiva o il vaccino ma per il 15% il lockdown costa troppo. Nella prima ondata, quasi quattro milioni di famiglie hanno già fatto ricorso a prestiti e aiuti da parte di familiari e amici, soprattutto quelle con redditi bassi (il 25%). Le reti di sostegno informale sono state spremute ed ora per chi entra in sofferenza è alto il rischio di ritrovarsi soli. Così, paura e incertezza colpiscono maggiormente le persone con i redditi più bassi: il 60,3% di essi taglia i consumi per risparmiare soldi da utilizzarli in caso di necessità.
«La situazione della distribuzione e del commercio in generale – afferma Mario Resca, presidente di Confimprese – è già durissima oggi, con chiusure soltanto parziali, perché da quando si è cominciato a parlarne, la flessione è stata immediata, i clienti si sono diradati e la distribuzione, la ristorazione e il commercio hanno già intravisto i giorni bui di marzo e aprile».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: AGI
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