
Solo la metà degli utenti paga. Il lockdown non ha aiutato e non aiuterà in futuro
Spotify ha deluso le attese. Nel terzo trimestre il servizio di streaming musicale ha registrato un aumento dei ricavi, ma inferiore alle previsioni degli analisti. Il fatturato è cresciuto del 14% a 1,9 miliardi di euro grazie soprattutto all’incremento del 27% degli abbonati.
A fine settembre Spotify contava 144 milioni di utenti paganti a livello globale, meno della metà rispetto ai 320 milioni di iscritti. Ciò significa che un gran numero di persone usufruisce del servizio gratuitamente, accettando in cambio di ascoltare inserzioni pubblicitarie. Il problema è che al momento le inserzioni non sono risultate redditizie: i ricavi da pubblicità sono cresciuti sì del 41% rispetto al terzo trimestre dell’anno scorso, ma restano comunque al di sotto dei 200 milioni attesi.
Spotify non ha neanche beneficiato della quarantena imposta per il Covid, come per esempio altre piattaforme di streaming ed intrattenimento on demand come Netflix, Prime Video e Disney Plus. La limitazione degli spostamenti e delle trasferte di lavoro ha infatti diminuito durante il secondo trimestre le ore di ascolto che sono tornate a crescere leggermente fra luglio e settembre.
Ora, nell’ultimo trimestre dell’anno Spotify stima di arrivare a un fatturato compreso fra i 2 e i 2,2 miliardi di euro, toccando quota 150-154 milioni di abbonati su un totale di 340-345 milioni di iscritti alla piattaforma. Molto dipenderà dall’andamento in Europa, primo mercato per Spotify sia per utenti iscritti sia per utenti paganti. Ed il fatto che già alcuni Paesi stiano tornando al lockdown non è di certo di buon auspicio.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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