
“Il debito pubblico ora è sostenibile ma permane su livelli elevati e ci espone a rischi di nuovi shock economici”
«La ripresa dell’epidemia di coronavirus “minaccia di incidere sui risultati conseguiti” nella ripartenza economica. C’è il rischio che l’aumento dei casi di contagio, anche qualora venisse contrastato con misure meno drastiche di quelle adottate in primavera, si ripercuota negativamente sulla fiducia e sulla spesa delle famiglie e delle imprese». A lanciare l’allarme è il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo alla 96esima Giornata Mondiale del risparmio.
Visco ha sottolineato la necessità di continuare a proteggere i lavoratori in questo momento drammatico, senza privarli in modo prematuro dei aiuti ed agevolazioni economiche decise dal Governo in questi mesi. «Il maggiore pessimismo dei consumatori dall’avvio della crisi si è riflesso in un considerevole aumento della propensione al risparmio – osserva. – Il rischio che la propensione al risparmio rimanga su livelli elevati anche nei prossimi trimestri, frenando la ripresa, appare concreto».
Nel secondo trimestre il rapporto tra risparmio e reddito disponibile lordo, prossimo al 20%, è risultato pressoché doppio rispetto alla media del 2019, risentendo in buona parte della diminuzione degli acquisti di beni e servizi conseguente al blocco di alcune attività”. «Secondo le nostre valutazioni, tuttavia – ha sottolineato il Governatore – il risparmio è rimasto su valori elevati anche negli ultimi mesi sia per motivi precauzionali, connessi con il calo del reddito disponibile e i timori per l’occupazione, sia per la persistenza del rischio epidemiologico e le conseguenti preoccupazioni per la salute, che scoraggiano alcune tipologie di consumi, soprattutto quelli legati a viaggi, turismo e attività ricreative».
E in una fase come quella attuale, dominata dall’incertezza e dalla debolezza della congiuntura, l’aumento della propensione al risparmio, se non si accompagna a un’adeguata ripresa degli investimenti e dell’attività produttiva, può causare una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi, alimentando, a sua volta, una ulteriore crescita delle intenzioni di risparmio per motivi precauzionali e innescando, così, un circolo vizioso.
Quanto al debito pubblico italiano, secondo il numero uno di Bankitalia, “è sostenibile, ma la sua permanenza su livelli elevati ci lascia esposti ai rischi, e ai costi, derivanti da tensioni sui mercati finanziari o da nuovi shock economici“. «Governo ha reso nota l’intenzione di avviare già dal prossimo anno la riduzione del peso del debito pubblico sul PIL, per riportarlo sui livelli precedenti la pandemia entro la fine del decennio – ha aggiunto. – Il conseguimento dell’obiettivo indicato dal Governo presuppone l’utilizzo efficace dei fondi presi a prestito per far fronte alla crisi, nonché di quelli messi a disposizione dai programmi europei».
di: Maria Lucia PANUCCI
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