Restano sempre i timori legati al Covid. Da seguire i pmi manifatturieri della zona euro e Usa
Si apre all’insegna della cautela la prima seduta del mese di novembre per le principali Borse europee, con gli investitori che guardano con attenzione all’appuntamento delle presidenziali americane di domani ma anche all’evoluzione del Coronavirus nel mondo. L’ultimo sondaggio stilato da NBC News-Wall Street Journal conferma come l’ex vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama, il democratico Joe Biden, abbia un notevole vantaggio rispetto al presidente Donald Trump.
E così nei primi minuti di scambi il Ftse 100 cede il passo, mostrando un calo dello 0,25%, mentre il Dax e il Cac40 salgono rispettivamente dello 0,38% e dello 0,21%.
Anche Piazza Affari si muove debole: l’indice Ftse Mib segna un -0,3% in area 17.889 punti. Tra i singoli titoli va giù Nexi che sprofonda del 3% dopo aver annunciato di aver avviato con Nets un periodo di esclusiva delle negoziazioni per raggiungere, nei prossimi 10 giorni, un possibile accordo per un’operazione di fusione tra i due gruppi attivi nel settore dei pagamenti digitali in Europa. Male anche Eni (-0,90) e Saipem (-1,99) in scia alla nuova caduta del petrolio.
Sul fronte opposto, acquisti su Banca Mediolanum che conquista la vetta del Ftse Mib con un +1,5%. Seguono Stmicroelectronics e Buzzi Unicem con un progresso di poco oltre l’1%.
In rialzo i future Usa, con gli indici S&P, Nasdaq e Dow Jones tutti attorno al +0,2%, e la maggior parte dell’Asia (Tokyo fa +1,39%, Hong Kong +1,22%, poco mossa Shanghai, -0,1%) sostenuta sia dalle trimestrali delle società giapponesi, in recupero rispetto al periodo peggiore del Coronavirus la scorsa primavera, sia dai buoni dati sui pmi manifatturieri della Cina che indicano la continua ripresa dell’economia del Paese dopo il lockdown di inizio anno.
Nel valutario il dollaro è in rafforzamento stamani: il cambio euro/dollaro è a + a 1,164, -0,069%, il dollaro/yen a 104,73, +0,08% e il cross sterlina/dollaro a 1,29, -0,39%. Tra le commodities, non si arresta la caduta dei prezzi del petrolio. Il barile di Brent vale 36,71 dollari (-3,16%) e il Wti scende sotto i 35 dollari, a 34,48 dollari al barile (-3,52%). L’oro quota 1.883 dollari l’oncia, +0,2%.
Sul fronte macro da seguire i pmi manifatturieri finali di ottobre dell’Italia, della Francia, della Germania, della zona euro e della Gran Bretagna. Poi gli Usa renderanno noto il suo pmi manifatturiero di ottobre finale e l’Ism manifatturiero di ottobre.
di: Maria Lucia PANUCCI
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