
Il fatturato dichiarato deve essere inferiore al 66% di quello dell’anno precedente
Il decreto ristoro è molto chiaro: «il contributo a fondo perduto spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019».
Questa precisazione vuole tenere lontani dai contributi previsti per contrastare l’emergenza sanitaria quei lavoratori autonomi e quelle imprese che evadono le tasse, e che potrebbero avere difficoltà a dimostrare il calo del giro d’affari.
Secondo il rapporto allegato alla Nadef 2020, il tax gap di imprese e autonomi ammonta al 68,8%, per un totale di oltre 30 miliardi di euro evasi l’anno. Il tax gap viene stimato sulla base della misurazione dell’economia non osservata, per la parte relativa al sommerso che viene stimata dall’Istat in circa 195 miliardi di euro l’anno.
A conferma di questi dati c’è lo studio di Itinerari Previdenziali da cui emerge come a fronte di 60.359.546 di residenti in Italia, i contribuenti dichiaranti sono stati 41.372.851. Peggio, i paganti, quelli che hanno versato almeno uno euro, sono stati 31.155.444. Il 48,38% dei residenti non genera alcun reddito e infatti l’82% dei possessori di uno dei 57 milioni di immobili intestati a persone fisiche in Italia è pensionato o lavoratore dipendente.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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