
Tra 2010 ed il 2019 in Germania i salari crescono di 5.430 euro, in Italia diminuiscono di 596 euro
In Italia si lavora di più ma si guadagna meno della media Ue. L’amara fotografia scattata dalla Cgil in una ricerca della Fondazione Di Vittorio sulla questione salariale in Italia mostra chiaramente come il Bel Paese abbia un alto numero medio di ore lavorate all’anno per dipendente e allo stesso tempo la minor quota salari in percentuale del Pil. Insomma, in Italia si lavora di più, a causa soprattutto della scarsa capacità tecnologica e ai bassi investimenti in innovazione del nostro sistema economico, ma si viene retribuiti molto meno. E come se non bastasse, sui salari italiani grava una pressione fiscale a livelli record.
Entrando nel dettaglio dalla ricerca emerge che il salario lordo annuale medio nei Paesi Bassi e in Belgio si attestava, nel 2000, a 44 mila e 43,4 mila euro rispettivamente e ha registrato a fine 2019 una crescita del +8,8% e +9,9%. Nello stesso periodo, il salario in Germania e in Francia, che nel 2000 era di 35,8 mila e 32,2 mila euro, è cresciuto del +18,4% e del +21,4%. Infine, il salario in Italia e Spagna, che nel 2000 era pari a 29,1 mila e 26,8 mila euro, ha segnato nel 2019 un aumento, rispettivamente, del +3,1% e +2,2%. Questo confronto tra le 6 maggiori economie dell’Eurozona permette di mettere in evidenza tre dinamiche salariali differenti: Paesi Bassi e Belgio, in presenza di salari medi più alti, registrano comunque una crescita; Germania e Francia, con salari medi che si collocano ad un livello intermedio tra i 6 Paesi, registrano l’incremento salariale più alto; Italia e Spagna, con i salari medi più bassi, si caratterizzano entrambe per una stagnazione di lungo periodo.
Inoltre confrontando l’Italia con la Germania che rappresenta la maggiore economia dell’Eurozona, possiamo vedere come i salari, dopo un decennio di sostanziale stagnazione (2000-2009), abbiano avuto dinamiche divergenti tra il 2010 ed il 2019: i salari tedeschi crescono di +5.430 euro (pari a un +14,7%) mentre quelli italiani diminuiscono di 596 euro (pari a un -1,9%). Inoltre, l’Italia è l’unico tra i 6Paesi dell’Eurozona che non ha ancora recuperato il livello salariale pre-crisi.
Infine, da questa analisi emerge come i salari familiari netti italiani rispetto a quelli tedeschi valgano una quota che va dal 61,5% della coppia monoreddito con due figli e salario pari a quello medio fino al 71,8% del monogenitore con due figli e salario pari a due terzi di quello medio.
E non finisce qui perché l’Italia nel 2019 ha registrato il maggiore cuneo fiscale nel 2019 pari a 39,2% proprio per la coppia monoreddito con due figli e un salario equivalente a quello medio europeo. Questo mette in evidenza come sui salari lordi italiani, già mediamente più bassi degli altri, si eserciti complessivamente una maggiore pressione fiscale.
di: Maria Lucia PANUCCI
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