
Il diritto alla privacy non è più applicabile a conti correnti e redditi in sede di separazione
Nel momento in cui una coppia divorzia, uno dei dati fondamentali da raccogliere per determinare l’assegno di mantenimento è quello relativo alla situazione reddituale e patrimoniale dei due coniugi.
Fino ad oggi per avere accesso all’anagrafe dei rapporti finanziari, dove sono conservate le dichiarazioni dei redditi e i dati relativi a conti correnti, risparmi, depositi postali e in generale ogni documento di natura economica, era necessario ottenere un provvedimento del giudice. E chi voleva nascondere qualcosa aveva tutto sommato gioco facile: bastava appellarsi al diritto alla privacy.
Con una recente sentenza il Consiglio di Stato ha cambiato drasticamente le cose. I massimi giudici amministrativi hanno stabilito che una parte, uomo o donna che sia, in fase di separazione, divorzio o scioglimento dell’unione civile, può fare direttamente richiesta all’Agenzia delle entrate del luogo in cui risiede l’altra parte per farsi rilasciare tutte le informazioni economiche necessarie alla causa: dichiarazioni dei redditi, contratti di locazione stipulati, dati sui conti correnti, conti titoli, depositi e risparmi. Un principio al quale nessuna Agenzia delle entrate potrà più sottrarsi.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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