L’assessore ai porti del Comune di Genova avverte sul rischio di vedere ultimata l’opera del 2050
Francesco Maresca, assessore ai porti del Comune di Genova, si è espresso sul progetto della nuova diga attualmente al vaglio del Governo, dopo le proposte avanzate dalla Regione Liguria perché sia spostata all’esterno in modo da permettere l’accesso alle navi di ultima generazione.
Secondo Maresca si tratta di un’innovazione fondamentale, soprattutto dal momento che gli altri importanti porti europei, come Rotterdam, Anversa e Amburgo, stanno espandendo i propri commerci fino ad interessare anche l’area della pianura padana.
Il rischio, però, è che la costruzione della nuova diga e la realizzazione del bacino di Sampierdarena venga rallentato dalle procedure ordinarie, seppur integrate con il decreto semplificazione, e che questo causi un ritardo tale da poter segnare la data di conclusione in un periodo compreso tra il 2040 e il 2050.
«Il recupero funzionale del porto storico, di dimensione doppia rispetto al terminal di Voltri, significa candidare Genova a diventare la base per i corridoi verticali europei – ha spiegato Maresca – parliamo di un’opera dello stello livello finanziario, progettuale e strategico del terzo valico: che, quindi, sulla base delle procedure ordinarie, saranno le future generazioni a vedere operativa».
Quello che Maresca auspica è che venga utilizzata la struttura di missione già in funzione per la realizzazione del ponte San Giorgio, ricorrendo allo stesso commissario straordinario e attivando la struttura di palazzo Chigi che fa capo al DAGL. «Questa complessa ma funzionante organizzazione – conclude Maresca – potrebbe assicurare la realizzazione dell’opera in tre anni, esattamente quanto impone il Next Generation EU».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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