
I soldi vanno tutti all’e-commerce e si genera uno squilibro concorrenziale da 83 milioni di euro totali per tutti i negozi fisici. Presentato un esposto all’Antitrust
La settimana del Black Friday mette in luce la sfida impari tra e-commerce e negozi tradizionali. Le restrizioni imposte sia nelle aeree rosse che in quelle arancioni per contenere il dilagare del virus rende impossibile alle imprese di vicinato partecipare all’evento promozionale. Uno squilibrio concorrenziale che rischia di spostare dai negozi fisici al web 83 milioni di euro di vendite al giorno durante tutti i 7 giorni dedicati agli sconti. A stimarlo è Fismo, l’associazione delle imprese del commercio moda Confesercenti.
A subire le ripercussioni peggiori sono proprio il settore dell’abbigliamento e degli accessori con 25 milioni di euro al giorno di spesa delle famiglie dirottate verso il web. Ma lo squilibrio concorrenziale ha un impatto significativo anche su giochi e giocattoli per ragazzi e bambini con 20 milioni di euro stimati persi ogni giorno, la tecnologia e gli elettrodomestici (15 milioni al giorno per entrambi i comparti), e la vendita di libri (circa 300 mila euro al giorno).
Uno squilibrio concorrenziale che non può passare inosservato. «Abbiamo presentato un esposto all’Antitrust per segnalare la grave distorsione della concorrenza che si è creata con le restrizioni anti-contagio: mentre i negozi sono chiusi, il web agisce in condizioni di monopolio o quasi, è un problema che va risolto, soprattutto se le norme di contenimento dovessero essere prorogate – ha spiegato Fabio Tinti, presidente nazionale di Fismo Confesercenti. – Per ridurre il gap abbiamo chiesto al Governo di esercitare una moral suasion su piattaforme di e-commerce, grande distribuzione e negozi di vicinato per posticipare il Black Friday fino alla data di riapertura dei negozi. Una soluzione che hanno già applicato in Francia, che non danneggia alcuno ma dà a tutti la possibilità di competere. Purtroppo è mancato l’accordo tra i rappresentanti delle imprese: è una grande delusione, così il cosiddetto venerdì nero sarà davvero un disastro per il commercio di vicinato, in particolare per la moda».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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