
I dati raccolti nel mobility report dimostrano che quest’anno lo sviluppo di reti e dispositivi ha subito un’accelerazione
Secondo i dati raccolti da Ericsson nel Mobility Report entro la fine del 2020 sono previsti 220 milioni di abbonamenti al 5G a livello globale: 175 milioni nella sola Cina, che arriverà a coprire l’80% dell’estensione globale della rete. Si tratta di un miliardo di persone che potrebbe aver accesso alla copertura 5G prima della fine dell’anno, grazie alla spinta che lo sviluppo di reti e dispositivi ha subito a causa della pandemia da coronavirus.
«Quest’anno la società ha compiuto un grande balzo verso la digitalizzazione – ha spiegato Fredrik Jejdling, Executive Vice President and Head of Networks di Ericsson – la pandemia ha evidenziato l’impatto della connettività sulle nostre vite e ha agito da catalizzatore per un rapido cambiamento, tanto che il 5G sta entrando nella fase successiva, in cui nuovi dispositivi e applicazioni riescono a ottenere i massimi vantaggi».
Secondo gli esperti il 5G sarà fondamentale per la prosperità economica, e si diffonderà sempre più rapidamente: nel 2026 quattro abbonamenti mobili su 10 potrebbero essere in 5G, e prima dell’inizio del 2027 potrebbero arrivare a 3,5 miliardi, oltre il 50% del traffico dati mobile.
Il Paese più avanti di tutti è la Cina, in cui la diffusione ha raggiunto l’11%. Segue il Nord merica che entro la fine dell’anno dovrebbe registrare il 4%, mentre l’Europa rimane indietro con l’1%.
Tra le novità positive introdotte con il 5G ci sarà lo sviluppo di un’ampia gamma di servizi per consumatori, imprese e istituzioni, il cloud gaming, che permetterà ai servizi di gaming in streaming di competere come experience con quelli di pc o console, aprendo la strada a giochi innovativi e immersivi basati sulla mobilità. Ma anche il criticato IoT, per applicazioni di tipo time-critical che richiedono la trasmissione di dati entro un determinato – spesso breve – periodo di tempo. Insomma, il 5G, che piaccia o meno, è il futuro.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
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