
La corte Suprema interviene per specificare come contare i quorum per deliberare tra gli aventi diritto al voto
In un condominio, a prescindere da quanti condomini lo compongano, sono più le volte che i conti non tornano di quelle che finiscono con un sorriso e una stretta di mano. Per deliberare sui punti all’ordine del giorno nelle riunioni, serve una maggioranza che è difficile raggiungere soprattutto se non è chiaro chi sono gli aventi effettivamente diritto al voto.
La Corte di cassazione ha recentemente emanato una sentenza che disciplina proprio questo argomento, mettendo ordine sulle casistiche che si possono presentare dal condominio composto da solo due persone a quella in cui l’unica strada è il principio maggioritario.
L’unanimità è spesso raggiungibile solo se sono presenti non più di due condomini: in situazioni differenti, l’assemblea può funzionare solo se viene attuato il principio maggioritario tra gli aventi diritto al voto, e cioè unicamente i condomini.
Si ritiene condomino il proprietario dell’unità immobiliare che si trova nell’edificio condominiale, sia chi ha diritti reali su un appartamento, per esempio chi è in usufrutto. Tuttavia il voto di un condomino è sempre singolo: ovvero, se ci si trovasse nella situazione in cui una persona è sia proprietaria di un appartamento che usufruttuaria di un secondo, oppure proprietaria di due appartamenti, il suo voto vale comunque uno, non viene raddoppiato per numero di appartamenti.
Però, ogni voto ha una valenza diversa: quindi è vero che un soggetto ha a disposizione solo un voto, ma è altrettanto vero che il suo voto più valere, in millesimi, di più se è proprietario di più unità immobiliari, e ugualmente se ci sono un proprietario di un attico e un proprietario di box, il voto di chi detiene le chiavi dell’attico varrà di più rispetto a chi usa solo il box.
Perciò al momento del voto bisogna considerare sia il numero effettivi di voti per proposta sia il valore millesimale che si ottiene per la stessa: se le maggioranze corrispondono bene, altrimenti è tutto da rifare.
In caso di condominio composto da sole due persone, se non è possibile raggiungere l’unanimità l’unica alternativa è il tribunale.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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