
Una somma di denaro che non è stata dichiarata e dovrà essere usata per il mantenimento dei felini e per proteggere le opere d’arti
L’Ermitage, il museo più famoso di San Pietroburgo, è tornato a far parlare di sé ma questa volta non per un’opera d’arte. Un ricco francese di cui è stato protetto l’anonimato ha lasciato in eredità una cospicua somma di denaro ai gatti del museo, che proteggono le collezioni dai topi.
«È stato un gesto molto generoso» ha commentato Mijail Piotrovski, il direttore del museo. L’eredità è stata suddivisa in tre quote: una per la famiglia del defunto, una per un’organizzazione ambientalista francese e una ai gatti che presiedono l’antica residenza imperiale russa. I soldi dovranno servire a sostenerli, curarli e prendersene cura adeguatamente.
D’altronde, i felini sono famosi, e hanno una storia davvero longeva: il primo gatto è arrivato all’Ermitage ai tempi di Pietro I il Grande, il fondatore di San Pietroburgo, e la truppa è cresciuta lodevolmente con la figlia di Pietro, Elisabetta Petrova, che ne ha fatti arrivare moltissimi per liberarsi dei topi. Caterina II ha nominato i mici guardie reali, distinguendo tra coloro che potevano scorrazzare fuori nei cortili e quelli che invece erano ammessi nelle stanze private dei reali. Oggi, i gatti sono padroni assoluti delle cantine del museo, e hanno carta d’identità e specifica mansione che sembrano riconoscere perfettamente: fino agli ’90 invece erano lasciati liberi di girare nelle sale tra i turisti.
L’Ermitage celebra i suoi piccoli eroi a quattro zampe in una giornata a loro dedicata, durante la quale i gatti possono ricevere la visita del pubblico che viene ammesso in quell’occasione speciale nelle cantine.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
Ti potrebbe interessare anche: