Il provvedimento è passato alla Camera con voto unanime, dopo l’ok totale al Senato a maggio. L’obiettivo è cacciare le società cinesi dalle borse statunitensi se non rispettano pienamente le regole di revisione del Paese
Si fanno sempre più tesi i rapporti tra Usa e Cina. La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una legge che obbliga le aziende cinesi a rispettare gli standard contabili statunitensi. In particolare il testo, denominato The Holding Foreign Companies Accountable Act vieta la quotazione di titoli di società estere in qualsiasi borsa degli Stati Uniti se non si sono conformate alle verifiche del Public Accounting Oversight Board degli Stati Uniti per tre anni consecutivi. Sebbene il provvedimento si applichi a società di qualsiasi Paese, in realtà la legge prende di mira proprio quelle cinesi quotate negli Stati Uniti, come per esempio Alibaba, l’azienda tecnologica Pinduoduo e il gigante petrolifero PetroChina.
Il provvedimento è passato alla Camera con voto unanime, dopo aver ricevuto l’ok al Senato sempre all’unanimità a maggio. Questo fa senza dubbio pensare perché normalmente le misure che prendono di mira la Cina passano con ampi margini di differenza. Questa volta la scelta unanime fa eco alla linea dura di Trump contro Pechino che quest’anno è diventata più agguerrita quando il presidente uscente ha incolpato la Cina per il Coronavirus che sta devastando gli Stati Uniti.
L’American Securities Association ha elogiato l’approvazione del disegno di legge affermando che era necessario proteggere gli americani da “società fraudolente controllate dal Partito Comunista Cinese”.
La portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha risposto bollando il provvedimento come “discriminatorio“, che opprime politicamente le imprese cinesi.
di: Maria Lucia PANUCCI
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