
Le autorità portuali vanno tassate come le altre imprese
L’Italia deve mettere fine alle esenzioni dall’imposta sul reddito delle società concesse alle autorità portuali sul proprio territorio. La richiesta arriva dalla Commissione europea che ha invitato il Bel Paese ad allineare il proprio regime alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato entro il primo gennaio 2022. «I profitti che le autorità portuali ricavano dalle loro attività economiche devono essere tassate ai sensi delle normali leggi nazionali in materia di tassazione delle società per evitare distorsioni concorrenza», ha affermato la Commissione in una nota, a conclusione delle proprie indagini sui regimi fiscali dei porti negli Stati membri e che precedentemente aveva coinvolto anche casi in Francia, Olanda e Belgio.
Nel novembre dello scorso anno l’’Esecutivo comunitario aveva avviato un’indagine approfondita sulla questione, arrivando appunto alla conclusione che l’esenzione dall’imposta sulle società concessa alle autorità portuali italiane fornisce loro un vantaggio selettivo, in violazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato. In particolare la Commissione ritiene che l’esenzione fiscale non persegue un chiaro obiettivo di interesse pubblico, come la promozione della mobilità o del trasporto multimodale. Inoltre il risparmio fiscale generato può essere utilizzato dall’autorità portuale per finanziare qualsiasi tipo di attività e anche per sovvenzionare i prezzi praticati dai porti ai clienti, a scapito dei concorrenti. «Il dialogo tra la Commissione e le autorità italiane – si legge ancora nella nota – è in corso. L’Italia ora deve prendere le misure necessarie per rimuovere l’esenzione fiscale al fine di garantire che, dal 1° gennaio 2022, tutti i porti siano soggetti alle stesse norme sulle imposte sulle società che sono applicate alle altre imprese. Italia e Commissione continueranno i loro scambi costruttivi in ??materia».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ASKANEWS
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