
La Commissione avvia la procedura d’infrazione
L’Italia finisce nel mirino dell’Ue. La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora sulle concessioni balneari. «Gli Stati sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (come le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e con procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi al fine di fornire a tutti i prestatori di servizi la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza e offrire vantaggi a consumatori e imprese», scrive Bruxelles.
In particolare in una sentenza del 14 luglio 2016 la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la normativa e la pratica esistente a quel tempo in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni delle concessioni balneari erano incompatibili con il diritto dell’Unione. E così l’Italia rischia di beccarsi una bella multa per infrazione delle regole. «L’Italia non ha attuato la sentenza della Corte – sottolinea Bruxelles. – Inoltre da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute, violando il diritto dell’Unione».
Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni sollevate dalla Commissione, dopodiché Bruxelles potrà passare alla seconda tappa della procedura d’infrazione, inviando un parere motivato.
di: Maria Lucia PANUCCI
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