
Lanciato ufficialmente da poco ha fatto inorridire i sostenitori della privacy
Si chiama Microsoft Productivity Score ed è il nuovo tool della Big Tech di Bill Gates che fornisce informazioni sulle modalità con cui i dipendenti usano i servizi di Microsoft come Outlook, Teams, SharePoint e OneDrive.
Tradotto in italiano, il tool significa Punteggio di Produttività e serve effettivamente a mostrare ai datori di lavoro l’utilizzo che i loro sottoposti fanno di alcune tra le applicazioni più usate negli uffici di mezzo mondo: ma guardare così da vicino i dipendenti diventa anche un modo molto sofisticato per infrangere la privacy del singolo.
Productivity Score permette ai manager di trovare un dipendente per nome e vedere il numero di ore che ha trascorso su Teams in riunione, il numero di giorni in cui è stato attivo su Word, Outlook, Excel, PowerPoint e Skype e da quale dispositivo; il numero di giorni in cui ha inviato e-mail e il numero di volte in cui la videocamera è stata accesa nelle riunioni. In totale, 73 dati specifici sul comportamento dei lavoratori secondo le stime di Forbes.
È scoppiata la bufera per il rispetto della privacy, nonostante il diniego di Microsoft che ha spiegato che lo strumento vuole essere un metodo di nuova collaborazione. Inoltre, sebbene i manager possano visualizzare i dati dei singoli, la metrica non assegna un punteggio di produttività individuale, ma si riferisce a un livello aziendale premiando l’esperienza tecnologica dell’impresa nel suo complesso.
Si tratta senza dubbio di uno strumento controverso, che potrebbe diventare invasivo nonostante le promesse di trasformazione digitale. Il tema è delicato: secondo Market Research Future, il settore del monitoraggio del posto di lavoro potrebbe raggiungere un mercato da 3,84 miliardi di dollari entro il 2023 soprattutto a causa del lavoro agile e del diffondersi dello smart working.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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