
Federalimentare vorrebbe che fossero catalogati con l’etichetta a batteria per i valori nutrizionali, ma si oppongono il consorzio del Parmigiano Reggiano e Filiera Italia, che sostengono che debba bastare il logo esistente
Lo scorso gennaio in Italia è stato approvato il nuovo sistema di etichettatura nutrizionale a batteria, che ha reso più semplice comprendere il valore nutrizionale dei prodotti alimentari leggendone l’etichetta prima di comprarli e ha evitato che anche in Italia venisse inserito il semaforo del Nutriscore come avvenuto in Francia, penalizzante per i prodotti tipici della dieta mediterranea (leggi qui).
Tuttavia, a distanza di mesi l’etichetta a batteria fa ancora discutere. Oggi, l’argomento controverso è l’esclusione dalla catalogazione dei prodotti Dop e Igp, che trova favorevoli Filiera Italia e il consorzio Parmigiano Reggiano ma alla quale si oppone fermamente Federalimentare. La motivazione dietro la richiesta di esclusione è che i loghi Dop e Igp sono già garanzia di qualità e origine pur non aiutando il consumatore a conoscere i valori nutrizionali dei prodotti.
«L’esclusione dei prodotti Dop e Igp nell’adozione su base volontaria del sistema di etichettatura a batteria proposto dal Governo rischierebbe di affossare la nostra posizione in sede di negoziale comunitaria – ha detto il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – e presterebbe il fianco alle critiche dei sostenitori di Nutriscore, sollevando al tempo stesso seri dubbi sull’effettiva utilità della batteria».
Si schiera a favore dell’esclusione Filiera Italia, che spiega come un logo diverso da quello dell’etichetta a batteria potrebbe confondere il consumatore: «facendogli perdere la percezione della distintività di questi prodotti e vanificando tutta la comunicazione e le risorse investite su tali eccellenze», ha detto il consigliere delegato Luigi Scordamaglia. Un concetto quest’ultimo ribadito dal consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha affermato che non c’è bisogno di un logo ulteriore per imporre il proprio valore: «inserire le eccellenze dell’agroalimentare italiano in qualsiasi sistema nutrizionale facoltativo significa banalizzarle, creare confusione e vanificare lo sforzo del consorzio che si batte per evidenziare la specificità della Dop».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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