La manovra 2021 e le misure UE possano innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 2,5 punti percentuali nell’arco del triennio 2021-23. Sul fronte del lavoro occupati giù il prossimo anno, recupero nel 2022 e 2023
La seconda ondata Covid impatterà non poco sull’economia italiana rallentando il ritmo di risalita anche nel 2021. A dirlo è Bankitalia che, prendendo atto del nuovo scenario che si è andato a creare negli ultimi mesi, rivede al ribasso le stime del Pil: l’anno prossimo risalirà del 3,5% rispetto al +4,8% indicato a luglio.
Dopo il ritorno a una crescita economica sostenuta nel terzo trimestre, cui hanno contribuito le politiche di sostegno messe in atto dal Governo, dall’Unione Europea e dall’Eurosistema, il forte aumento dei contagi degli ultimi mesi si sta riflettendo sulle prospettive di breve termine. Bankitalia ritiene che gli attuali livelli dell’epidemia persisteranno nelle prossime settimane, con graduale ritorno sotto controllo nel corso della prima metà del 2021 e di un completo superamento dell’emergenza entro il 2022, grazie anche alla diffusione dei vaccini. Ecco allora che lo scenario di base indicato dall’istituto è di una contrazione del Pil in Italia del 9% quest’anno con una ripresa del 3,5% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,3% nel 2023.
Secondo le stime di Bankitalia la manovra 2021 e le misure UE possano innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 2,5 punti percentuali nell’arco del triennio 2021-23. L’istituto di Via Nazionale specifica però che il conseguimento di questi effetti dipenderà dalla concreta specificazione degli ulteriori interventi, che si prevede vengano in larga parte definiti nei prossimi mesi e inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e da una loro tempestiva attuazione.
Sul fronte del lavoro non ci sono buone notizie. Bankitalia ritiene che il mercato del lavoro tornerà a crescere nel corso del prossimo triennio, recuperando gran parte della caduta entro il 2023. La diminuzione del numero di occupati quest’anno dovrebbe essere limitata all’1,8%, grazie all’esteso ricorso alla Cassa integrazione; dopo una riduzione nel 2021, che riflette l’effetto ritardato della crisi pandemica, gli occupati tornerebbero ad aumentare nel 2022 e nel 2023.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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