
“Si inizia ad intravedere la luce in fondo a tunnel ma ancora non ne siamo fuori”
«Nell’area euro le politiche monetarie e di bilancio dovranno restare espansive a lungo ma dobbiamo resistere alla tentazione di intraprendere scorciatoie dense di pericoli. Solo la crescita, e non l’alchimia finanziaria, può garantire la sostenibilità del debito e creare le condizioni per un futuro di prosperità». Lo ha affermato Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce, durante il Rome Investment Forum 2020.
E questo riguarda anche l’istituto di Francoforte. «Siamo pronti a rivedere la calibrazione di tutti gli strumenti a nostra disposizione qualora le prospettive dell’inflazione siano offuscate da rischi al ribasso, inclusi quelli derivanti dall’evoluzione del tasso di cambio dell’euro – ha aggiunto. – Un apprezzamento del cambio potrebbe infatti incidere in misura significativa sull’inflazione nell’area». Non solo. Panetta ha rimarcato che non vi devono essere dubbi: la Bce non accetterà livelli d’inflazione incompatibili con il suo obiettivo. «È per questo che siamo intervenuti e che continueremo a fornire all’economia europea lo stimolo monetario necessario per spingere il tasso di inflazione verso l’obiettivo del 2% nel medio termine – ha precisato. – Il nostro impegno a preservare condizioni di finanziamento favorevoli contribuirà a rafforzare la dinamica dei prezzi».
Dopo un periodo buio si comincia ad intravedere qualche spiraglio di luce. «Il 2020 – ha sottolineato – è stato per l’Europa un anno del tutto eccezionale, in cui abbiamo affrontato una recessione senza precedenti in tempo di pace: nei primi 6 mesi dell’anno il prodotto dell’area dell’euro si è contratto di oltre il 15%. Ma abbiamo assistito a una reazione comune anch’essa senza eguali nella storia dell’unione monetaria. Una reazione che ha evitato una depressione economica potenzialmente catastrofica. E ora, con le notizie positive sui vaccini, iniziamo finalmente a intravedere la luce in fondo al tunnel».
Quanto al piano Next Generation Eu per il componente del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea “può innalzare il PIL reale dell’area euro, rispetto al suo andamento di fondo, fino a 1,5 punti percentuali entro il 2026“. Per l’Italia, nello stesso intervallo di tempo i guadagni possono essere ancora più elevati, ha sostenuto: «Se ben utilizzate, le risorse possono incrementare il PIL fino a un massimo di 3,5 punti percentuali – ha concluso. – Inoltre, le sovvenzioni a fondo perso possono comprimere il rapporto tra debito pubblico e PIL di oltre cinque punti».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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