
Lo annuncia Unimpresa: il contributo pagato dall’Inps ingloba anche la retribuzione di Natale
Secondo uno studio condotto da Unimpresa i lavoratori in cassa integrazione covid avranno una brutta sorpresa al momento della ricezione della tredicesima, che sarà decurtata fino all’80% dell’importo. Infatti il contributo pagato dall’Inps, di quattro euro all’ora, ingloba anche il rateo della retribuzione natalizia.
Si perderanno i quattro quinti degli importi delle tredicesime per milioni di dipendenti, che costano fino a 500 euro al mese alle aziende, a causa di una serie di oneri dal contributo aggiuntivo previsto dal decreto agosto, al finanziamento ordinario per gli ammortizzatori sociali, ma anche all’accantonamento integrale del trattamento di fine rapporto e al pagamento di anzianità di servizio, gli scatti di anzianità e il periodo di comporto. «Le nostre aziende scopriranno che oltre al divieto di licenziare c’è anche l’imposizione di sostenere dei costi», ha spiegato il consigliere nazionale di Unimpresa Giovanni Assi.
Pertanto il blocco dei licenziamenti rischia di diventare un’arma a doppio taglio, anche per i lavoratori, che non possono ottenere la Napsi in grado di garantire un assegno mensile pari al 75% della retribuzione contro il 50% della cassa integrazione.
In Europa, gli aiuti di Stato non prevedono il blocco dei licenziamenti: in Germania c’è una cassa integrazione che copre il 60%-67% dello stipendio netto, mentre nel Regno Unito è prevista una sorta di periodo di aspettativa non retribuita del lavoratore che riceve un sussidio dallo Stato. Infine in Francia si punta a negoziare accordi collettivi per la modifica dei termini del rapporto di lavoro in cambio dell’impegno di non licenziare.
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI
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