Vediamo i motivi che stanno all’origine di questa altalena
Proprio nei giorni del suo dodicesimo compleanno, Bitcoin, la valuta virtuale più famosa del mondo, subisce un brusco stop, in quello che sembrava agli occhi di tutti gli analisti un inarrestabile rally.
Utilizzo sempre il termine valuta, perché moneta è riduttivo, visto che ormai, negli scambi di denaro per vie digitali, che si tratti di transazioni come bonifici o pagamenti con carte di credito, la moneta è tutta virtuale, e parliamo di una sempre crescente fetta di movimenti bancari, con il contante che perde ogni giorno importanza e popolarità.
Bitcoin era arrivato ad essere scambiato a 35mila dollari, una bella crescita dai circa 20mila del 2017, poi l’improvviso rinculo, che l’ha portato a circa 30mila, e ora, mentre sto scrivendo, siamo a 32.100. Si tratta della più grave e veloce perdita di valore per questa criptovaluta, ed evidentemente questi analisti sono stati un po’ miopi: gli stessi che ora dicono che scenderà ancora clamorosamente, quando in realtà si tratta di un andamento fisiologico per asset così volatili, e se è possibile che scenda ancora, è altrettanto vero che tornerà a salire, verosimilmente intorno ai 50mila entro il 2021.
A cosa è dovuta la battuta d’arresto? Si tratta semplicemente di un periodo dell’anno in cui gli investitori passano all’incasso, soprattutto in un momento di volatilità dei mercati e di valore tanto alto della valuta in questione. Chi ha pensato “meglio non rischiare e ritirare” ha fatto bene, è stato pragmatico e freddo, e al tempo stesso ha creato una profezia auto-avverante, facendo raffreddare e poi abbassare la quotazione. Tutto qui, nessun complotto. Anzi, in realtà non è vero tutto qui: i grandi speculatori possono aver ceduto posizioni per evitare lo scoppiare della bolla, perché di bolla si tratta, anche se, nel lungo-lunghissimo termine, Bitcoin darà ancora soddisfazioni.
Se ci chiediamo come mai di questo arresto e ritracciamento, dobbiamo anche domandarci il perché di questa vertiginosa crescita degli ultimi mesi.
Bitcoin, come le altre criptovalute maggiori (Ethereum, Ripple, Litecoin), sono state prese d’assalto come bene rifugio in alternativa all’oro, troppo inflazionato durante la pandemia. Inoltre si tratta pur sempre non solo di un investimento, ma anche e soprattutto di un metodo di pagamento, che un numero crescente di siti “legali” stanno adottando. La case-history più influente è quella di Pornhub e del circuito editoriale di cui fa parte, che, colpito dallo scandalo delle immagini di minori, è stata abbandonata da Visa e Mastercard e ha dovuto sopperire accettando il pagamento in criptovalute. La pornografia sul web, triste a dirsi ma vero, è il più grosso giro d’affari: pensate la mole di acquisti spostati da carte di credito a Bitcoin… ecco servito il boom. Il resto è storia.
di: Matteo VALLÉRO
Direttore editoriale Business24
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 6 gennaio 2021
Ti potrebbe interessare anche: