
Gli allevatori contestano il crollo delle remunerazioni dovuto all’aumento dei consumi di latticini
Il consumo di latte e derivati è aumentato del 7% dall’inizio dell’anno. Questo ha causato un crollo dei prezzi e delle remunerazioni della materia prima che ha raggiunto anche il picco del 30%, facendo scoppiare una polemica tra gli allevatori e i caseifici. È intervenuta Coldiretti, che ha lanciato un appello alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova perché questi andamenti sulle remunerazioni vengano controllati.
L’allarme è partito dai fornitori di Grana Padano, più grande Dop d’Italia, che fa per questo da misuratore di tutti i prezzi del comparto. Anche Confagricoltura si è fatta sentire, con il presidente della sezione di Piacenza, Filippo Gasparini, che ha spiegato che il latte eccedente alla produzione di Grana si trova a competere sul mercato con il latte di importazione: «il risultato non può che essere il decremento del prezzo del latte alla stalla». La ministra Bellanova ha assicurato che il Governo sta seguendo con attenzione la situazione di crisi: «credo sia importante che il Consorzio voglia svolgere un’azione più incisiva per garantire una remunerazione equa del latte utilizzato – ha detto – non esclusa l’applicazione di adeguate penalizzazioni verso chi è inadempiente e, nel caso di latte pagato sotto i costi di produzione, si rende responsabile di pratiche sleali e di violazioni perseguibili per legge». I vertici del Consorzio del Grana Padano hanno ribattuto che la produzione di forme è aumentata del 6,4% negli ultimi due anni e che il piano produttivo è stato approvato da un’assemblea composta per il 62% da allevatori.
Da Assolatte arriva la conferma che il prezzo del latte è diminuito in tutta Europa e che quello nazionale resta il più alto garantito a livello europeo.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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