
Il 45% del pil dell’Ue è generato da settori ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale
Nel settore delle startup e delle piccole e medie imprese il rispetto della proprietà intellettuale e del lavoro di ciascuno può diventare la chiave per il successo e l’espansione dell’azienda. Infatti, i settori ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale rappresentano il 45% del pil dell’Unione europea e le aziende che si proteggono, per esempio con la registrazione dei brevetti, ottengono il 30% delle entrate in più.
Tuttavia sono ancora poche le pmi che sfruttano questa risorsa, meno del 10%. Secondo gli esperti questo è dovuto al fatto che molte piccole imprese non riconoscono i vantaggi che derivano dalla protezione dei diritti intellettuali, oppure che trovino le procedure per farlo troppo complesse o costose. «La proprietà intellettuale è uno strumento fondamentale per proteggere un marchio – spiega Gert-Jan Brok, amministratore delegato di inMotionVR – e un’innovazione dalle imitazioni, ottenendo un vantaggio strategico sui concorrenti, ed è anche un modo per attirare investitori».
L’Unione europea finanzia cinque sportelli sulla proprietà intellettuale: lo European IP Helpdesk, per ricercatori e pmi che partecipano a progetti finanziati dall’Ue, e quattro sportelli specializzati dislocati in Cina, India, Asia Sudorientale e America Latina. Registrare la proprietà intellettuale è fondamentale ovunque, ma ci sono mercati più difficili di altri in cui non ci si può esimere da questa pratica: per esempio quello cinese. Infatti i marchi registrati all’interno dell’Ue non hanno valore fuori dall’eurozona, perché la proprietà intellettuale è considerata territoriale.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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