
La diminuzione dei prezzi al consumo in media d’anno è stata dello 0,2% a fronte del +0,6% del 2019. Questo a causa dell’andamento dei beni energetici
Nel mese di dicembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha mostrato un aumento dello 0,2% su base mensile e una flessione dello 0,2% su base annua, come nel mese precedente. La stima preliminare era -0,1%. Lo rende noto l’Istat sottolineando che in media, nel 2020 i prezzi al consumo hanno registrato una diminuzione pari a -0,2%, da +0,6% del 2019. E così l’Italia si trova in deflazione per la terza volta dal 1954, anno d’inizio della serie storica dell’indice dei prezzi al consumo.
Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (la cosiddetta inflazione di fondo), i prezzi sono cresciuti dello 0,5% (come nel 2019) e al netto dei soli energetici dello 0,7% (da +0,6% del 2019). «L’inflazione rimane negativa per l’ottavo mese consecutivo – sottolinea l’Istat – a causa dei prezzi dei Beni energetici (-7,7%, da -8,6% del mese precedente) il cui calo meno marcato, insieme con quello dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,6% a -0,7%), è però compensato dal rallentamento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,2% a +1,6%), determinando così la stabilità della flessione dell’indice NIC».
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,3% su base annua (come a novembre), confermando la stima preliminare. La variazione media annua del 2020 è pari a -0,1% (era +0,6% nel 2019).
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,2% rispetto a dicembre 2019. La variazione media annua del 2020 è pari a -0,3% (era +0,5% nel 2019).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: