E’ stato condannato a due anni e mezzo di prigione per fatti risalenti al 2016
Finisce nei guai Lee Jae-oyong, il vice presidente della Samsung Electronics, principale produttore di smartphone e chip di memoria al mondo. Il 52enne è stato condannato da un tribunale sudcoreano a due anni e mezzo di carcere con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita. Lo scrive l’agenzia sudcoreana Yonhap.
I fatti risalgono al 2016 quando il leader è stato accusato di aver corrotto l’allora presidente della Corea del Sud, Park Geun-hye, ed il suo consigliere per ottenere il sostegno del Governo per una fusione tra due affiliate della Samsung nel 2015, cosa che ha contribuito a rafforzare il controllo sul più grande gruppo imprenditoriale del Paese. Lee è stato incarcerato per cinque anni nel 2017. Ha negato ogni illecito, la pena è stata ridotta e sospesa in appello ed è stato rilasciato dopo aver scontato un anno.
La Corte Suprema ha quindi rinviato il caso all’Alta Corte di Seoul che ha emesso la sua sentenza di condanna. Gli avvocati di Lee lo hanno definito vittima dell’abuso di potere presidenziale e hanno descritto l’accordo del 2015 come parte della “normale attività commerciale“.
Questa sentenza può essere appellata alla Corte Suprema, ma poiché la Corte Suprema si è già pronunciata una volta, le probabilità che l’interpretazione giuridica cambierà sono davvero poche.
Con l’arresto Lee non potrà supervisionare il processo di eredità di suo padre, morto ad ottobre, che è fondamentale per mantenere il controllo di Samsung.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/YONHAP SOUTH KOREA OUT
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