
Licenziamenti bloccati dopo il 31 marzo ma solo per le imprese dei settori in crisi. Gualtieri: “il deficit/pil 2021 sale all’8,8% con il nuovo scostamento”
Cig Covid e proroga dei licenziamenti: sono queste le due ipotesi che avanzano nel Governo al lavoro per mettere a punto il prossimo decreto Ristori dopo il tanto atteso via libera delle Camere allo scostamento da 32 miliardi che dovrebbe arrivare proprio oggi (guarda qui).
Sul fronte degli ammortizzatori si starebbe lavorando sull’ipotesi di estendere la Cig Covid garantendo una maggiore copertura, fino a 26 settimane, per assegno ordinario e cassa in deroga. Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, aveva parlato di una “consistente proroga“, ipotizzando però altre 18 settimane.
In parallelo si dovrebbe anche confermare l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della cassa Covid per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro.
Partita aperta anche sul blocco dei licenziamenti che però potrebbe non essere più generalizzato: «L’Italia – dice il viceministro all’Economia Antonio Misiani – non può permettersi un’ondata di licenziamenti, ma non possiamo nemmeno andare avanti con una logica emergenziale. Personalmente credo che il blocco debba essere prorogato per i settori maggiormente in crisi, mentre chi ha recuperato i livelli del 2019 credo debba lavorare per tornare alla normalità».
Quanto ai ristori veri e propri Misiani ha confermato l’intenzione di superare il meccanismo legato ai codici Ateco, concentrando gli aiuti sulle perdite di fatturato: la soglia dovrebbe essere quella del 33%, utilizzata finora.
In arrivo anche, assicura, un miliardo e mezzo in più per l’anno bianco dei contributi per gli autonomi.
Ed in merito ai 32 miliardi in audizione alla Camera il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha spiegato che le nuove risorse porteranno il deficit/pil del 2021 dal previsto 7% all’8,8% e il debito /pil in linea con il 2020 quando si fermerà, secondo le ultime stime del Governo, al 157%, invece che al 158%. Resta ferma invece la previsione di una discesa del 2% l’anno per il 2022 e il 2023 e quella di un rientro ai livelli pre-pandemia entro il 2031.
Il ministro Gualtieri ha poi fatto il punto delle risorse messe in campo con i precedenti scostamenti e gli ultimi decreti ristori. Nello scorso anno gli scostamenti hanno toccato quota 108 miliardi, per risorse pari al 6,6% del Pil, a cui si possono aggiungere più di 300 miliardi di moratorie sul credito e 150 miliardi di prestiti garantiti erogati. Complessivamente, tenendo conto anche delle misure fiscali, il settore delle imprese ha beneficiato di 48 miliardi, al lavoro e sociale sono andati 35 miliardi, agli enti locali 12 miliardi, alla sanità 8 miliardi e ai servizi pubblici 4,5 miliardi. «Uno degli interventi più rilevanti in Europa, paragonabile solo a quello messo in campo dalla Germania», ha sottolineato.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: