J&J assicura che la sperimentazione è terminata. L’ok dall’Ema tra marzo ed aprile
Buone notizie arrivano dal fronte anti-Covid. Mentre si è scatenato una bufera sui ritardi della Pfizer (leggi qui), Moderna ha ammesso di essere sulla buona strada per riuscire a produrre un numero di dosi tali da contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del presidente eletto di somministrarne 100 milioni nei primi 100 giorni di mandato (guarda qui). Ad affermarlo è stato l’ad del gruppo, Stephane Bancel, che ha precisato come l’azienda intenda consegnare le 100 milioni di dosi negli Usa entro la fine di marzo, con un ulteriore incremento delle unità a seguire. «Penso che dal punto di vista del settore siamo sulla buona strada per contribuire all’obiettivo del presidente», ha dichiarato il ceo nel corso di un’intervista online del Wall Street Journal.
E anche in Europa arrivano notizie rincuoranti, in particolare da Johnson & Johnson: «Siamo a un buon punto, la sperimentazione è terminata», ha spiegato a Radio Capital Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen, la società farmaceutica del gruppo J&J. Il top manager ha garantito che è già iniziata l’analisi dei dati da parte dell’Ema, con l’obiettivo di avere la cura pronta tra marzo e aprile.
A differenza di quello della Pfizer, il vaccino J&J sarà monodose e si potrà conservare in normali frigoriferi, al pari di quello di AstraZeneca. Stando al contratto firmato tra l’azienda e la Commissione Europea l’Italia avrà diritto a 27 milioni di dosi.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/CJ GUNTHER
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