
Da Man Ray a Ruth Orkin, gli scatti più autorevoli
Quella tra le carte da gioco e la macchina fotografica è una passione antica, che fonde il piacere delle immagini con quello della simbologia, tanto da aver attratto moltissimi artisti che hanno fuso insieme le due arti, ritraendo le carte fino a trasformarle in vere e proprie opere d’arte.
Partiamo dalle basi: le carte da gioco come le conosciamo sono nate in Francia, intorno al 1480, dove sono state divise secondo i quattro semi moderni, cuori, quadri, fiori e picche, è stata inserita la figura della Regina e sono state ridotte a 52. 52 carte come le 52 settimane dell’anno, i quattro semi come le quattro stagioni e le 12 figure come i 12 mesi dell’anno. Le 13 carte di ogni seme ricordano i 13 cicli lunari e il punteggio complessivo che si ottiene dall’addizione del valore di ogni carta è 364, come i giorni dell’anno.
Quali sono gli artisti che hanno reso onore alle carte da gioco trasformandole in opere fotografiche? Per primo c’è Man Ray, esponente del dadaismo, che ha realizzato un poker di regine con Jacqueline Lamba come donna di cuori, Valentine Huge come donna di quadri, Nusch Èluard come donna di fiori e Lise Deharme come donna di picche. Quest’ultima è stata battuta all’asta nel 2017 per 27.500 dollari.
Un’altra è Ruth Orkin, una delle più grandi fotografe americane, oltre che regista: Orkin è stata premiata al Festival di Venezia per il film Little Fugitive e ha realizzato una partita a rubamazzetto tra piccoli giocatori sulla Horatio Street, a New York, nel 1947.
Irving Penn, fratello del regista Arthur, ha realizzato After Dinner Games, battuta all’asta alla Sotheby’s di New York nel 2012 per la modica cifra di 92 mila dollari: si tratta di una natura morta con scacchi, dadi, domino e fiches a rappresentare la vita.
Infine, Harold Eugene Edgerton, che ha fotografato carte da gioco in frantumi: il fante di quadri che si spezza in due sotto un colpo di fucile, immortalato per sempre nel gelo luminoso del flash.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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