Tra le persone indagate anche il capomafia Giuseppe Cusimano, punto di riferimento per le famiglie indigenti del quartiere Zen
Blitz della Dda di Palermo contro alcuni clan della città. 26 persone sono state fermate con l’accusa di associazione mafiosa, tentato omicidio, estorsioni, danneggiamenti, minacce aggravate, detenzione abusiva di armi da fuoco. Nel mirino è finito il mandamento di Tommaso Natale ed in particolare la sua famiglia, quella di Partanna Mondello e ZEN – Pallavicino.
Dall’inchiesta emerge la nascita di un nuovo clan mafioso, quello dei quartieri Zen-Pallavicino affidato al capomafia palermitano Giuseppe Cusimano. Proprio Cusimano sarebbe stato il punto di riferimento per le famiglie indigenti del quartiere Zen e avrebbe tentato di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown del 2020. E’ la conferma di quanto gli inquirenti denunciano dall’inizio della pandemia: Cosa nostra tenta di accreditarsi come referente in grado di fornire aiuti alla popolazione alla ricerca del consenso sociale e di quel riconoscimento sul territorio, indispensabili per l’esercizio del potere mafioso.
Lo stesso clan pianificava rapine a portavalori e distributori di benzina con armi automatiche da guerra ed esplosivo al plastico. L’obiettivo era incamerare denaro liquido da riutilizzare per il sostentamento dei mafiosi liberi e detenuti.
Le indagini hanno anche dimostrato che il racket continua a vessare imprenditori e commercianti a Palermo. I mafiosi continuano a riscuotere il “pizzo”, in maniera capillare, dai commercianti locali. In caso di resistenze i boss non esitano a porre in essere minacce, danneggiamenti, incendi. L’inchiesta ha ricostruito 13 estorsioni aggravate dal metodo mafioso (10 consumate e 3 tentate) e due danneggiamenti seguiti da incendio. Cinque imprenditori hanno scelto di denunciare e si sono rivolti agli investigatori.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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