La misura spetta ai cittadini al di sopra dei 67 anni di età che hanno un reddito basso
L’Assegno sociale è una prestazione economica assistenziale riconosciuta dall’Inps che ha sostituito la precedente pensione sociale e spetta ai cittadini italiani con più di 67 anni che hanno un reddito personale inferiore a 5.983,64 euro annui e a 11.967,28 euro, se sposati, ovvero se si considera il reddito personale insieme a quello del coniuge. L’assegno vale anche per i cittadini europei che abbiano effettuato iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza e a cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.
Se un cittadino riceve l’assegno sociale direttamente integrato con la pensione minima di cittadinanza, allora esiste anche un limite Isee, fissato a 9.360 euro.
Per fare domanda dell’assegno sociale 2021 si può passare tramite il sito web dell’Inps tramite pin, Spid e Carta d’identità elettronica, oppure usare il call center dell’Inps al numero 803.164. Altrimenti ci si può rivolgere al patronato o agli intermediari. Bisogna ricordare di allegare alla domanda l’autocertificazione dei dati personali, la dichiarazione della situazione reddituale, la dichiarazione di responsabilità riguardo a eventuali ricoveri con retta a carico dello Stato.
Per quanto riguarda l’importo, inizialmente l’assegno sociale ammontava a 459,83 euro mensili, ma le stime Istat sono state modificate rispetto al 2020, perciò ad oggi è di 460,28 euro mensili, per 13 mensilità, con valore annuale di 5.983,64 euro. Spetta per intero a chi ne è beneficiario privo di reddito, coniugato o single. Invece spetta in misura ridotta ai coniugati e non coniugati con reddito fino alle due soglie precedentemente viste, 5.983,64 euro per i single e 11.967,28 euro per i cittadini sposati.
I limiti di reddito sono stati rivalutati dello 0,5%. Ai fini del calcolo per valutare il superamento delle soglie di reddito non vengono considerati: il Tfr, trattamento di fine rapporto, le anticipazioni, le indennità di fine rapporto, la buonuscita, l’anzianità, il premio di servizio; la rendita dell’abitazione principale; gli arretrati del lavoro dipendente soggetto a tassazione separata; l’indennità di accompagnamento; di comunicazione per i sordi, o gli assegni per l’assistenza personale e continuativa; gli assegni riconosciuti dall’Inail per l’assistenza personale continuativa; alcuni vitalizi per gli ex soldati. Infine, viene valutata solo parzialmente la pensione liquidata con il calcolo contributivo a carico di enti previdenziali, sia pubblici che privati.
Per le persone che hanno un’invalidità riconosciuta e hanno compiuto i 67 anni di età, la pensione d’inabilità o invalidità civile può essere trasformata in assegno sociale sostitutivo. Gli importi in questo caso sono di 374,85 euro per gli invalidi civili parziali con un limite di reddito personale annuo pari a 4.873,05 euro. A determinate condizioni di reddito si può ottenere l’aumento del sussidio, pari a 85,43 euro mensili; 374,85 euro mensili per gli invalidi civili totali, con un limite di reddito personale pari a 16.982,49 euro all’anno; anche in questo caso si può ottenere l’aumento di 85,43 euro mensili, che può far arrivare l’assegno sino a 460,28 euro mensili.
Ci sono altre possibilità di aumento dell’importo. Una maggiorazione base di 12,92 euro mensili per tutti coloro che hanno un’età superiore ai 65 anni e un reddito inferiore a 6.151,60 euro, se non sposati, o inferiore a 12.854,14 euro, se coniugati. Un incremento al milione, o maggiorazione sino a 191,74 euro, per i pensionati con almeno 70 di età, con reddito sino a 8.476,26 euro, se non sposati, o sino a 14.459,80 euro, se coniugati.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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