
I partiti più piccoli sono i primi ad incontrare il premier incaricato e da parte di tutti arriva il pieno appoggio. Il centrodestra andrà diviso. Salvini apre a Draghi ma fissa dei paletti: no alla patrimoniale e meno tasse
Hanno preso il via le consultazioni del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, per formare il nuovo Governo. Sono cominciate nel primo pomeriggio e termineranno sabato in tarda mattinata. Si parte con i partiti piccoli, da Azione e +Europa a Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo. Domani, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S. Gli incontri hanno durata di mezzora o di un’ora a seconda del peso dei partiti.
Le consultazioni sono iniziate bene perché i partiti minori hanno espresso piena fiducia a Draghi. «Abbiamo espresso il più convinto e ampio sostegno al tentativo che sta facendo il presidente Draghi – ha detto Emma Bonino in rappresentanza delle componenti Azione, +Europa, Radicali dei gruppi misti di Camera e Senato. – Magari è il fallimento di questa politica che nessuno rimpiangerà ma può essere la nascita di una politica meno sgangherata».
Anche il leader di Azione, Carlo Calenda, ha espresso un sostegno “incondizionato” all’ex presidente della Bce. «Al termine della legislatura più pazza degli ultimi anni, la più trasformista e incoerente, a cui +Europa e Azione non hanno partecipato, l’unico atteggiamento responsabile è non mettere condizioni alla costruzione del governo. Il nostro sostegno è pieno e incondizionato», ha spiegato.
Il centrodestra alla fine andrà diviso alle consultazioni. A confermarlo è stato Matteo Salvini, spiegando che “è meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa“. Dal canto suo il leader della Lega apre a Draghi ma a determinate condizioni, ovvero niente aumento delle tasse e nessuna patrimoniale. «Vediamo che idee ha, che squadra per realizzarle e in che tempi. Certo, ridare la parola agli italiani resta la via maestra – ha spiegato il segretario del Carroccio. – Se Draghi dirà che si andrà a votare tra due anni è chiaro che noi non potremo votare lui. Anche perché non è vero che non si possa andare alle elezioni. Questa primavera voteranno venti milioni di italiani, a Roma, Milano, Torino, Bologna e così via. Ciò nonostante siamo prontissimi a trattare sui temi concreti. Non andrò da lui a discutere dei massimi sistemi o di filosofia politica. Voglio sapere cosa vuole fare sul taglio delle tasse, sulla riapertura dei cantieri, sulla riforma della giustizia, su quota 100, sull’uso del Recovery e così via. Tenendo presente che noi delle proposte le abbiamo fatte e continuiamo a farle».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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