
La carenza di chip per semiconduttori ha bloccato le case automobilistiche di tutto il mondo
I chip sono componenti fondamentali della produzione automobilistica e nel periodo della pandemia hanno conosciuto un boom di richieste fuori dal comune perché sono usati anche per le console di gioco e altra elettronica di consumo, le cui vendite si sono impennate con i vari lockdown.
A livello globale, i maggiori produttori di chip sono l’azienda di Taiwan TSMC e la sud-coreana Samsung, mentre in Europa è guardato come punto di riferimento del settore Infineon, produttore tedesco.
Con il timore che si scatenasse una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la società cinese Huawei si è accaparrata negli ultimi mesi chip per il valore di miliardi di dollari, e tra la corsa all’acquisto dovuta al rimbalzo delle vendite globali di auto e alla difficoltà della produzione, le maggiori case automobilistiche si sono trovate costrette a dover fare i conti con la penuria di chip che hanno portato alla chiusura di diversi stabilimenti.
La General Motors, ad esempio, da lunedì 8 febbraio sospenderà la produzione in una fabbrica in Kansas, negli Stati Uniti, in un’altra nell’Ontario in Canada e infine in Messico a San Luis Potosì, mentre uno stabilimento in Corea del Sud sarà gestito a metà produzione. La GM è un colosso dell’automotive, detiene marchi come Chevrolet, Cadillac e Buick: pertanto la sua situazione è uno specchio che riflette quella che ha investito tutti i marchi a livello mondiale. Ford e Nissan hanno già annunciato tagli alla produzione e licenziamenti e in Cina la produzione di veicoli potrebbe diminuire di 250 mila unità nel primo trimestre 2021. L’Europa potrebbe perdere nello stesso periodo 100 mila unità con effetti negativi per i costruttori a livello globale.
Per arginare, o tentare di arginare questa crisi, alcune case automobilistiche stanno considerando di revisionare in modo completo la catena di approvvigionamento. Per esempio Mercedes-Benz e Porsche sono al lavoro per costruire scorte di semiconduttori. Questa mossa potrebbe stravolgere completamente un sistema basato su consegne giornaliere utilizzato per decenni.
La situazione a “collo di bottiglia” che si è creata con i chip rischia di avere influenze molto pesanti, che potrebbero non arginarsi con la fine del primo trimestre.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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