
A soffrire di più saranno le aziende minori, quelle del turismo, ospitalità, costruzioni e collocate nel Mezzogiorno
Aumenta di circa un terzo il rischio di default delle imprese italiane. A causa del Covid il tasso di insolvenza di portafoglio previsto per il 2021 salirà al 6%, contro il 5,1% del 2020 e il 4,5% del periodo pre-pandemia. E’ quanto emerge dal Credit Outlook 2021 redatto da Cerved Rating Agency, l’agenzia di rating italiana, leader in Europa, specializzata nella valutazione del merito di credito di imprese non finanziarie italiane e delle emissioni di titoli di debito.
Lo studio si basa sulle valutazioni di oltre 30 mila società italiane oggetto di rating e proietta le tendenze macroeconomiche sulla probabilità di default di un campione fortemente rappresentativo dell’economia reale, con dettagli su settore, area geografica e dimensione dell’impresa.
Ebbene, secondo il rapporto a soffrire di più saranno prevalentemente i settori del turismo, ospitalità e costruzioni, mentre risulteranno in controtendenza il farmaceutico, i servizi pubblici e l’ICT che evidenziano un miglioramento su base annua. Si dovrebbe incominciare a percepire un’inversione di tendenza solo alla fine dell’anno, quando il piano vaccini consentirà un allentamento della stretta del lockdown. Ma l’ad Fabrizio Negri avverte: «eventuali ritardi nella somministrazione dei vaccini potrebbero costare caro in termini di default, con il tasso che potrebbe crescere al 6,4% ed effetti più forti proprio nei settori maggiormente colpiti dal Covid».
La particolare natura di questa crisi comporta poi effetti fortemente diversificati, con una crescita maggiore della probabilità di default tra le imprese minori (dal 6% al 7,4% per le piccole e dal 7,7% all’8,6% per le medie) e quelle del Mezzogiorno (dal 5,9% al 7,5%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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