
582 i voti favorevoli, 40 quelli contrari e 69 le astensioni
Il Parlamento Europeo in sessione plenaria ha finalmente approvato in via definitiva il Recovery e Resilience Facility (Rrf), il serbatoio principale del cosiddetto Recovery Fund, lo strumento europeo che aiuterà i Paesi più colpiti ad uscire dalla crisi economica innescata dalla pandemia da Coronavirus. In particolare il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso al dispositivo europeo sono state approvate con una ampia maggioranza: 582 sono stati i voti favorevoli contro i 40 contrari, mentre 69 sono state le astensioni.
Il Dispositivo prevede fondi per 672,5 miliardi di euro da distribuire entro il 2027, di cui 312,5 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti a basso tasso di interesse. In pratica si tratta della maggior parte dei 750 miliardi previsti per il Next Generation EU, conosciuto meglio come Recovery Fund.
Nei prossimi giorni, l’approvazione del Dispositivo sarà ratificata anche dal Consiglio dell’Unione Europea e poi entrerà ufficialmente in vigore.
Soddisfatto il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che su Twitter ha scritto: «Accolgo con favore il voto del Parlamento su Recovery and Resilience Facility, il cuore di Next Generation Eu. Mentre i vaccini ci aiutano a uscire dalla crisi sanitaria, la Recovery and Resilience Facility porterà 672,5 miliardi di euro per sostenere l’uscita dalla crisi economica di persone, imprese e comunità».
Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha parlato di un “passo storico, un’opportunità unica da cogliere per cambiare le nostre economie per il bene di tutti i cittadini europei“.
Ora per accedere ai fondi europei, come sappiamo, ciascun Paese dovrà presentare un piano di ripresa entro il 30 aprile che contempli in particolare una transizione verso un’economia più sostenibile e una maggiore inclusione sociale. Ogni piano sarà poi valutato dalla Commissione e approvato definitivamente dal Consiglio. Una volta esauriti questi passaggi il Governo di ciascun Paese otterrà un anticipo del 13% della cifra totale che gli spetta. Per l’Italia sia parla di circa 27 miliardi sui 209 totali. Le successive tranche saranno erogate ogni 6 mesi sulla base di una valutazione della Commissione Europea sugli obiettivi stabiliti nel piano nazionale. Al momento nessuno ha consegnato il piano definitivo. 18 Paesi hanno mandato solo una bozza.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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