Nella prima giornata il voto del Senato ha sancito la costituzionalità del procedimento. E’ la prima volta nella storia degli Stati uniti che un presidente viene messo sotto accusa due volte. Ma Trump è sicuro che se la caverà. Biden non seguirà il processo
Al Senato degli Stati Uniti è iniziato il secondo processo di impeachment nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e già l’accusa porta a casa una prima vittoria. La maggioranza dei senatori ha votato per la costituzionalità del processo, respingendo così la tesi secondo cui il Congresso non può decidere la condanna o meno di un ex presidente. Nella giornata di ieri infatti si sono svolte le prime votazioni su alcuni aspetti formali del procedimento, ad esempio le regole secondo cui verrà svolto, e altre più sostanziali, come la costituzionalità del processo stesso. Alla fine la Camera alta del Congresso americano ha deciso che il processo contro Donald Trump, accusato di aver incitato il 6 gennaio la rivolta che ha portato all’assalto di Capitol Hill, può andare avanti. E questo anche grazie al fatto che 6 repubblicani, dopo quattro ore di discussioni, si sono uniti ai 50 democratici favorevoli a procedere.
La seduta è iniziata con le drammatiche immagini dell’assalto, montate dall’accusa e legate alle parole dell’ex presidente che nello stesso giorno nel corso di un comizio incitava la folla dei sostenitori a marciare sul Campidoglio. Un video crudo, violento, che alla fine ha lasciato in silenzio e quasi senza respiro tutti i senatori, democratici e repubblicani, a dimostrazione di come a distanza di oltre un mese quelle urla e quegli spari poco fuori l’aula facciano ancora paura. In molti hanno poi scosso la testa, anche tra i repubblicani, quando sono riecheggiate le parole di Trump che, riferendosi ai rivoltosi con il Capitol ancora in subbuglio, affermava: «Vi amo, siete veramente speciali». E poi quel commento su Twitter dell’ex presidente, rievocato sempre dall’accusa: «Questo è quello che accade quando una vittoria a valanga viene scippata a dei grandi patrioti».
E’ la prima volta nella storia degli Stati Uniti che un presidente viene messo in stato di accusa per due volte. Ma The Donald sarebbe tutt’altro che preoccupato. Anzi, starebbe già pianificando il suo ritorno e meditando la vendetta contro i “traditori” dentro e fuori il Congresso, a partire dai repubblicani che hanno votato contro di lui, fiducioso che alla fine tutto si chiuderà con una nuova assoluzione, proprio come accadde lo scorso anno. E ha già fatto sapere che non si lascerà interrogare dal Senato, in un procedimento di impeachment che lui giudica incostituzionale. Si godrà lo spettacolo da Mar-a-Lago, in Florida.
Nei prossimi giorni sarà la volta prima dell’accusa e poi della difesa: avranno 16 ore a disposizione per esporre le loro tesi. Si andrà quindi avanti per l’intero weekend, dopo che uno dei legali di Trump ha ritirato la richiesta di sospendere i lavori per la celebrazione dello Sabbath. Non ci sono molti margini d’incertezza. Alla difesa di Trump basterebbe convincere 34 senatori repubblicani, per far mancare la maggioranza qualificata dei due terzi. L’impeachment quasi certamente non passerà. E forse neppure la sua esclusione dai pubblici uffici in futuro, che richiede un voto separato.
Intanto il presidente Biden ha fatto sapere che non seguirà il processo.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA/JIM LO SCALZO
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