
Vediamo tutti i papabili anche se da Palazzo Chigi ripetono che è prematuro fare ipotesi
Sale l’attesa per i nomi che Draghi sceglierà per formare il suo Esecutivo. Bisogna aspettare di sapere cosa voteranno i 5stelle sulla piattaforma Rousseau (leggi qui), ma che il Governo si farà sembra scontato.
E parte già il toto nomi per i vari Dicasteri. Da Palazzo Chigi ripetono che è prematuro fare i nomi, ma le indiscrezioni non si fermano. La figura chiave è quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, una sorta di braccio destro del futuro premier. Al suo fianco Draghi potrebbe volere Daniele Franco, direttore di Bankitalia, o l’avvocato Luisa Torchia.
L’attenzione si concentra soprattutto sul neonato ministero della Transizione ecologica, quello fortemente voluto dai Cinquestelle (guarda qui). In corsa ci sarebbero Enrico Giovannini, economista, ministro del Lavoro nel Governo Letta e presidente Istat dal 2009 al 2013; Walter Ganapini, ambientalista, membro del Comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’Ambiente e tra i fondatori di Legambiente; Federico Testa, oggi a capo dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il Viminale Draghi potrebbe puntare sulla continuità ed in questo caso richiamare alla poltrona Luciana Lamorgese, anche se in queste ore si fa strada anche il nome di Lamberto Gianni, un super esperto di terrorismo.
Non è escluso che Draghi assuma l’interim all’Economia per farsi poi affiancare da due sottosegretari di peso, presi al di fuori dei partiti. Papabili sono l’ex direttore generale di Confindustria Marcella Panucci e Dario Scannapieco, vicepresidente Bei. Per il Mise, il Mit ed anche per il Mef si fanno i nomi di Carlo Cottarelli, Lucrezia Reichlin, Vittorio Colao, Franco Bernabè ed Ernesto Maria Ruffini, attuale capo dell’Agenzia delle entrate. L’ipotetico ministro “ecologico” Giovannini potrebbe essere scelto anche per il ministero del Lavoro.
Agli Esteri si indebolisce la conferma di Luigi Di Maio che potrebbe essere succeduto dall’attuale segretaria generale della Farnesina Elisabetta Belloni, ma si parla anche di Marta Dassù, viceministro degli Esteri ai tempi di Enrico Letta.
Il dicastero della Giustizia è tra i più delicati. In pole position resta Marta Cartabia, costituzionalista ed ex presidente della Consulta ma gira anche il nome di Paola Severino, già Guardasigilli del governo Monti.
All’Istruzione potrebbe finire Maurizio Bianchi, professore di politica industriale ed ex assessore dell’Emilia Romagna o Cristina Messa, già rettrice dell’Università Bicocca di Milano.
di: Maria Lucia PANUCCI
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