
Sono attesi 400-500 milioni di investimenti dopo la frenata del 2020, grazie anche alle agevolazioni fiscali
Cinema diviso tra voglia di ripartenza e crisi delle sale rimaste chiuse praticamente un anno e ancora blindate. La settima arte è stata tra le più colpite dall’emergenza coronavirus, e se è vero che con l’inizio del nuovo anno sono ricominciate le riprese altrettanto reale è la crisi che ha colpito i cinema con tante sale costrette a chiudere i battenti a tempo indeterminato.
Dopo lo stop della primavera tra agosto e dicembre 2020 sono state realizzate circa 20 grandi produzioni internazionali in Italia, Mission Impossibile 7 per citarne una: si tratta di ciak con budget medi tra 25 e 35 milioni di euro. «Per il 2021 si attende una significativa ripresa delle produzioni cinematografiche e audiovisive con investimenti che si possono stimare in 400-500 milioni di euro sul territorio nazionale – spiega Gian Marco Committeri, socio dello studio Alonzo Committeri & Partners – a conferma del fatto che il nostro Paese è ormai una location molto attraente anche per i grandi produttori internazionali». Si tratta di redditi che generano investimenti e occupazione e che sono in grado di compensare le minori entrate fiscali dovute ad incentivi che spingono i produttori a scegliere l’Italia per girare.
Dall’altra parte come detto c’è il futuro delle sale, tra film annullati e altri distribuiti sulle piattaforme di streaming. I 140 milioni di ristori stanziati per il settore potrebbero non bastare perché il calo al botteghino per il 2020 è stimato tra il 70 e l’80% di biglietti invenduti. E il rischio è che a cambiare sia anche la mentalità delle persone, perché la pandemia ha inciso fortemente sulle abitudini dei consumatori accelerando un processo di trasformazione e spostamento a favore delle piattaforme digitali.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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