
Emerge dal rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
Il blocco dei licenziamenti è una delle prime tegole sulla testa del Governo Draghi che, ottenuta la fiducia, sarà necessario affrontare: con lo sblocco infatti, potrebbe essere a rischio più del 10% dei posti di lavoro delle PMI rispetto a quanto accaduto a inizio 2020. Sono i dati che emergono dal secondo rapporto di monitoraggio della crisi elaborato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, secondo cui anche il lavoro autonomo rischia di subire l’onda d’urto della crisi, con a rischio il 14% della base occupazionale.
Secondo il report per tornare a un livello di fatturato precedente la crisi dovuta alla pandemia sarà necessario attendere il 2022. Nel frattempo il rischio secondo gli intervistati è che gli organici delle piccole e medie imprese si riducano dell’11,7% in media, con il grosso delle perdite nel settore dell’horeca, alloggi e ristorazione.
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, tenendo in considerazione tutto il comparto che prevede imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti e partite Iva, in questi mesi è quello che ha pagato più di tutti il prezzo delle restrizioni e che rischia di assottigliarsi del 14,6%.
Per tornare alla normalità secondo la maggior parte degli interpellati sarà necessario recuperare e innalzare i livelli di produttività e ricostruire un clima di lavoro sereno ma anche riorganizzare i processi lavorativi orientando in maniera differente le strategie aziendali sulle risorse umane. «Accanto a questi problemi e alle previsioni strutturali, ci sono poi da considerare le difficoltà di gestione delle risorse umane causate dalla pandemia e dal ricorso agli strumenti di integrazione salariale – commenta il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca – le criticità legate all’eccezionalità della fase economica e sanitaria, derivanti dal clima di incertezza, dalla difficoltà di programmazione, dalla gestione del lavoro a distanza, dallo stress dei lavoratori, finiscono per affossare le organizzazioni e, assieme ad esse, il clima e la qualità di lavoro».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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