Il premier ha fatto il suo intervento dopo le domande che sono state poste dai partiti durante la giornata
Dopo il discorso di questa mattina e il confronto durato tutta la giornata (puoi approfondire qui), questa sera il premier incaricato Mario Draghi è tornato al Senato per la replica, a cui farà seguito il voto di fiducia dei senatori.
Per prima cosa Draghi ha parlato dell’importanza cruciale del Parlamento, che ha dichiarato sarà informato su Pnrr: «voglio ribadire quanto considero cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza, ho indicato come la governance debba essere incardinato al ministero dell’Economia con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti – ha sostenuto – il parlamento sarà informato in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento». Inoltre ha riconfermato che le parti sociali, così come sono state coinvolte durante le consultazioni, saranno sempre tenute in considerazione.
Il premier torna poi a parlare di ambiente: «questo governo conferma l’impegno di andare nella direzione dell’inserimento in Costituzione dei “concetti” di ambiente e sviluppo sostenibile sui cui sta lavorando il Senato con un progetto di legge».
Il premier è poi passato a parlare di cultura e del settore turistico, dichiarando che benché molto sia già stato fatto, altrettanto è ancora da fare: «va colta l’opportunità di Next generation Eu per investimenti su capitale umano e nuove tecnologie – ha specificato – la cultura in tutte le sue forme imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese». Secondo il premier è fondamentale evitare il fallimento delle imprese del settore turistico, pena la sopravvivenza stessa del Paese: «i soldi investiti nel turismo tornano indietro», ha dichiarato, scatenando l’applauso.
Per quanto concerne i dossier migratori, Draghi ha affermato che la risposta più efficace e duratura è necessariamente sottoposta a una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee. «Permane la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, e Stati del Nord e dell’Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari. L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone un meccanismo obbligatorio di re-distribuzione dei migranti pro-quota».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/ALESSANDRA BENEDETTI/CORBIS /POOL
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