
In Italia il giro d’affari in calo del 23%. Al primo posto spicca Prada
Anche la moda è finita nella morsa del Covid. Secondo la terza edizione dell’Annual Fashion Talk di Mediobanca, nei primi 9 mesi del 2020 i maggiori player mondiali del fashion scontano una riduzione del giro d’affari cinque volte maggiore di quella registrata dalla grande industria nel suo complesso.
Il mercato europeo ha sofferto in modo particolare registrando un -23,7% di ricavi, a causa soprattutto del blocco dei flussi turistici, mentre quello asiatico ha visto un calo più contenuto (-10,1% escludendo il Giappone). Nel 2019 gli 80 maggiori player mondiali del fashion, con un giro d’affari superiore a un miliardo di euro, hanno fatturato 471mld (+26,5% sul 2015 e +4,9% sul 2018), di cui il 56% generato dai gruppi europei e il 34% dai nordamericani.
Al primo posto per giro d’affari tra i colossi mondiali c’è LVMH (€53,7mld). Molto distanti Nike (€33,3mld), Inditex (€28,3mld), che controlla Zara, la tedesca Adidas (€23,6mld), la svedese H&M (€22,3mld), la giapponese Fast Retailing (€18,8mld), che detiene il brand UNIQLO, ed EssilorLuxottica (€17,4mld). Prima tra gli italiani è Prada (€3,2mld), al 34esimo posto in classifica.
Guardando proprio al settore moda italiano la contrazione del giro d’affari per il 2020 dovrebbe attestarsi segnando una flessione del 23%. E per il futuro, si legge nel report di Mediobanca, ci sarà una ripresa quest’anno ma si tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2023. La ripresa dell’industria della moda, sostiene il report, si baserà sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI
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