
Per il quinto decreto ristori è stato varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro
Il decreto Ristori cinque, per cui il Parlamento ha già varato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro, è al vaglio del Governo e dovrebbe essere sbloccato dopo la fiducia a Mario Draghi delle prossime ore, quando cioè l’esecutivo diventerà realmente operativo. All’interno del decreto è contenuto il cosiddetto bonus partite Iva, una misura da mille euro destinata ai lavoratori autonomi che possiedono una partita Iva da almeno tre anni, con un reddito inferiore ai 50 mila euro annui e che abbiano versato regolarmente i contributi. Per risultare idonei inoltre gli autonomi devono dimostrare una perdita di fatturato di almeno il 33% avuta nel 2020. Potrebbero rientrare anche gli iscritti alla Gestione separata con almeno un contributo mensile che siano titolari di contratti autonomi occasionali.
All’interno del decreto sono previsti anche contributi a fondo perduto per chi è senza codice Ateco, e per i lavoratori stagionali, autonomi e intermittenti. Dovrebbero inoltre comparire anche le proroghe per la Cig Covid e il blocco dei licenziamenti oltre alla proroga della Naspi e del Rem. Prevista all’interno del Ristori 5 anche una pace fiscale 2021 con rottamazione quater delle cartelle esattoriali e nuovo saldo e stralcio.
Tuttavia, ci sono delle cose che potrebbero cambiare rispetto a quanto previsto dal Governo Conte Bis. In particolare, si vocifera che gli aiuti potrebbero andare solo alle categorie maggiormente colpite dalla crisi, tramite incentivi piuttosto che sussidi. Inoltre il capitolo della proroga cig e blocco dei licenziamenti è tutt’ora aperto e controverso (ne abbiamo parlato qui).
di: Micaela FERRARO
FOTO: FOTOGRAMMA
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