
Il comitato operativo regionale dell’Umbria riduce le scorte di Astrazeneca e spiega: “non si può usare criterio di proporzionalità”
Il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli ha dichiarato che entro la fine di marzo in Italia dovrebbero arrivare quasi 13 milioni di dosi di vaccino. Il Paese si riconferma primo in Europa per somministrazione considerando la seconda dose, e secondo dopo la Germania per prime dosi inoculate. Buone notizie sul fronte congiunto Iss-medici di base: «stimiamo che almeno 35mila medici di famiglia in tutta Italia sarebbero pronti ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid nei propri studi partendo da subito – ha dichiarato il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale – ciò, ovviamente, avendo a disposizione le dosi e sulla base di accordi regionali già presenti o che verranno a breve definiti».
Intanto l’Umbria ha ridotto dal 50 al 30% le scorte del vaccino AstraZeneca in modo da avviare al più presto la vaccinazione per il personale scolastico e le forze dell’ordine. Si tratta di una decisione presa dal Comitato operativo regionale, giustificata dai tempi lunghi necessari per la somministrazione della seconda dose, attualmente fissati a 75 giorni, che permettono di ricostituire le scorte senza compromettere il secondo vaccino.
Inoltre, il Comitato ha chiesto che venga utilizzato un criterio diverso da quello della proporzionalità per le forniture dei vaccini nelle zone rosse, in modo da riuscire a domare e spegnere l’incendio dilagante ed evitare una nuova propagazione del virus in nuovi territori.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA / CIRO FUSCO
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