
È un capolavoro del ‘500 del maestro bolognese, finora noto solo dalle descrizioni delle fonti storiche
Si chiama Enigma di Omero ed è un dipinto del ‘500 di Bartolomeo Passerotti che per secoli è stato considerato perduto. Le Gallerie degli Uffizi lo hanno ritrovato e acquistato e presto l’opera verrà esposta nelle sale dedicate alla pittura del XVI secolo, che sono di prossima apertura.
Fino a oggi, dell’Enigma di Omero si conosceva solo ciò che alcuni studiosi avevano riportato nelle testimonianze storiche e che alcuni disegnatori avevano ritratto come bozza preparatoria. Il dipinto veniva così descritto: «un quadro grande in tela di colorito gagliardo a olio, dove sono in una barca i marinari che propongono l’enigma a Omero, che è sul lito; e da altra parte è una zingana e nel viso d’Omero ha il passerotto ritratto se stesso e vi si veggono naturalissime l’acque del mare et alcune conche marine et un cane che par vivo». È un episodio più raro rispetto alle scene classiche tratte dall’Iliade e dall’Odissea: narra la storia di Omero che, seduto in riva al mare, vede arrivare una nave di pescatori e domanda se avessero fatto una buona pesca. Gli uomini risposero con un’enigma: «quel che abbiamo preso, lo abbiamo lasciato, quel che non abbiamo preso, lo abbiamo tenuto». La risposta all’enigma era “i pidocchi”, poiché la pesca era stata infruttuosa.
Il primo biografo a parlare del dipinto era stato Raffaello Borghini, che aveva dichiarato di aver visto il quadro nel pasazzo di Giovanni Battista Deti, membro fondatore dell’Accademia della Crusca. Nel 1677 Giovanni Cinelli lo collocava invece nel palazzo del senatore fiorentino Carlo Torrigiani. Dopo secoli di silenzio, oggi il quadro è stato trovato presso la famiglia dei discendenti di Torrigiani. «Il ritrovamento di questo dipinto è di tale importanza che – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – nell’occasione della sua acquisizione da parte delle Gallerie, ad esso è stato appositamente dedicato un libro, che presentiamo oggi insieme al dipinto».
di: Micaela FERRARO
FOTO: AGI/GALLERIA DEGLI UFFIZI
Ti potrebbe interessare anche: