Il passivo si è ridotto in modo determinante rispetto al rosso di 869 milioni relativo ai 13 mesi del periodo gennaio 2019-gennaio 2020. Crescita dei ricavi nel quarto trimestre. Ritorno all’utile nel 2023
A causa della pandemia i conti di Carige sono in rosso. Le perdite nette registrate ammontano a 185,3 milioni di euro nei primi 11 mesi del 2020. Certo, il passivo si è ridotto in modo determinante rispetto al rosso di 869 milioni relativo ai 13 mesi del periodo gennaio 2019-gennaio 2020. Ma i conti sono ancora negativi.
Il risultato è stato peggiore delle attese della stessa banca ligure, che erano incise nel piano strategico: il rosso previsto era pari praticamente alla metà, 78 milioni di euro. Inoltre l’istituto, causa problemi legati al Covid-19, è stato costretto a rimandare di un anno la realizzazione dei target del proprio piano industriale. Nella nota del bilancio si legge infatti che Carige “ritiene di poter raggiungere nel 2021, con differimento temporale di un anno, il risultato netto atteso per il 2020 (-80 milioni circa) ed è quindi prevedibile il conseguimento del target di break-even ante imposte nel 2022 (-161,1 milioni negli 11 mesi del 2020) e di utile netto a partire dal 2023“.
Detto questo, è stata consolidata la tendenza di forte recupero della redditività operativa, grazie all’espansione dell’attività commerciale e di supporto all’economia. Inoltre, nel quarto trimestre si è verificata una accelerazione dei ricavi, con il margine di interesse e le commissioni nette che hanno confermato il trend di crescita rilevato nel terzo trimestre (+28,1% e +11,5% rispetto al secondo trimestre. Ancora il margine di intermediazione è salito del 31,6% rispetto al trimestre precedente e pienamente allineato, così come le spese amministrative, alle previsioni di piano.
Tra le note negative, ci sono state “maggiori rettifiche di valore su crediti per circa €40,0 milioni (€91,8 milioni rispetto a €52,0 milioni delle previsioni di Piano ricondotte a 11 mesi) e anche ulteriori accantonamenti prudenziali per complessivi €47,0 milioni, non prevedibili a Piano“.
Gli indicatori di solidità patrimoniale si sono però attestati a livelli superiori a quelli regolamentari comprensivi di guidance, con il CET1 ratio phased-in salito al 12,8% (12,0% al 31 gennaio 2020) e il Total Capital ratio phased-in al 15,1% (13,9% al 31 gennaio 2020).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO
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