
In calo anche l’Asia ed i future di Wall Street
Partenza in frenata per le principali Borse europee che si gettano così alle spalle il buon avvio del mese di marzo. Nei primi minuti di scambi l’indice Ftse 100 mostra una flessione dello 0,34%, mentre il Dax di Francoforte e il Cac40 di Parigi cedono rispettivamente lo 0,32% e lo 0.3%.
Anche Piazza Affari si muove sotto la parità con l’indice Ftse Mib che ha aperto in ribasso dell’1,5% per poi limitare le perdite a un -0,13% in area 23.234 punti, dopo che ieri ha messo a segno un balzo dell’1,82%. Tra i titoli del paniere principale le vendite si concentrano su quelli del comparto oil. Saipem ed Eni cedono circa l’1%. Vendite anche su Moncler, in flessione dell’1,2%. Debole Atlantia, in calo dello 0,6%, sull’incertezza legata alle trattative con Cdp per l’acquisto di Autostrade per l’Italia (Aspi). Poste torna a scendere segnando un -0,9% dopo che ieri ha chiuso con +4,51% riavvicinandosi al muro dei 10 euro. Stellantis recupera terreno a Piazza Affari, dopo un inizio a rilento: ora mostra un rialzo dello 0,3% a 13,972 euro in attesa dei conti che verranno diffusi domani.
Una debolezza che si è vista anche sui listini asiatici, con la Borsa di Tokyo che ha chiuso gli scambi con una flessione di quasi lo 0,9% in scia all’alert lanciato dall’autorità bancaria di Pechino, sul rischio di bolle nei mercati finanziari esteri.
Anche i future di Wall Street scendono (-0,43% il Dow Jones e -0,54% l’S&P500). Il Senato statunitense inizierà a discutere questa settimana il piano del presidente, Joe Biden, per un pacchetto contro il Covid-19 del valore di 1.900 miliardi di dollari, dopo che i democratici hanno ceduto sulla proposta di alzare il salario minimo a 15 dollari. Pesa sui mercati pure l’avvertimento dell’Oms secondo cui è davvero prematuro e irrealistico pensare che con la fine del 2021 ci lasceremo alle spalle il Covid-19.
In primo piano anche i prezzi del petrolio, in ribasso in attesa della riunione dell’Opec+ che prenderà il via dopodomani, giovedì 4 marzo, e che deciderà i livelli della produzione per il mese di aprile. Alcuni economisti prevedono un ulteriore aumento della produzione, che potrebbe liberare fino a 1,5 milioni di barili al giorno di crude nel mercato.
A livello macro si guarda al market mover di giornata che è rappresentato dall’inflazione della zona euro (si tratta del dato preliminare di febbraio).
di: Maria Lucia PANUCCI
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