
E’ il più forte dal ’97, anno d’inizio delle serie storiche
Crollo record della spesa per i consumi delle famiglie. Il dato torna indietro di 20 anni, ai livelli del 2000, e questo ovviamente a causa della pandemia e delle misure introdotte per arginare la diffusione del virus. Secondo le stime preliminari dell’Istat, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.328 euro mensili in valori correnti, in calo del 9,1% rispetto ai 2.560 euro del 2019, sostanzialmente in linea con la diminuzione generale del Pil. Si tratta del calo più accentuato dal 1997 (anno di inizio della serie storica) che riporta il dato medio di spesa esattamente al livello del 2000.
Il calo tendenziale è diffuso su tutto il territorio nazionale ma risulta più intenso nel Nord Italia (-10%), seguito dal Centro (-8,9%) e dal Mezzogiorno (-7,3%). In valori assoluti, però, la spesa media più elevata si osserva come sempre nel Centro-nord, dove si attesta poco sopra i 2.500 euro mensili, a fronte dei circa 1.900 euro che si registrano invece nel Mezzogiorno.
Rispetto al 2019 rimangono sostanzialmente invariate la spesa per alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per le utenze domestiche, manutenzione ordinaria e straordinaria della propria casa (893 euro mensili). Si tratta, infatti, di spese difficilmente comprimibili, solo marginalmente toccate dalle restrizioni governative e che possono essere state favorite dalla maggiore permanenza delle famiglie all’interno dell’abitazione. Discorso diverso per tutte le altre spese: in particolare ci sono state diminuzioni drastiche per servizi ricettivi e di ristorazione (-39,0%), ricreazione, spettacoli e cultura (-26,5%), trasporti (-24,6%), abbigliamento e calzature (-23,2%).
«Le variazioni descritte hanno determinato una consistente modifica della composizione della spesa complessiva per consumi delle famiglie – ha spiegato l’Istat. – Le spese per alimentari e abitazione sono infatti passate dal rappresentare il 53,1% del totale nel 2019 al 58,4% nel 2020: in particolare, tra le famiglie in povertà assoluta, per le quali le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari pesano maggiormente, tali capitoli rappresentano nel 2020 il 77,1% della spesa totale, a fronte del 56,8% delle famiglie non povere».
di: Maria Lucia PANUCCI
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