
Si assiste all’ennesimo rialzo dei tassi sui Treasuries, saliti oltre la soglia dell’1,5%. Oggi c’è attesa per i dati sul lavoro Usa
Avvio negativo per le Borse europee nell’ultima seduta della settimana. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 scivola dell’1,09%. A Francoforte il Dax cede l’1%, a Parigi il Cac40 perde lo 0,96% e a Londra l’indice Ftse100 segna una flessione dello 0,87%.
Risveglio negativo anche per Piazza Affari che scivola sotto la soglia dei 23 mila punti nell’ultima seduta della settimana. A Milano l’indice Ftse Mib ha aperto in calo e ora cede circa lo 0,63% a quota 22.940 punti. Tra i singoli titoli si muovono controcorrente le big del comparto oil Tenaris, Saipem ed Eni che mostrano rialzi inferiori all’1%. Segno positivo anche per Stellantis (+0,4%) che ha annunciato la distribuzione condizionata di azioni e liquidità di Faurecia. Il terzetto delle peggiori è al momento composto da Nexi che scivola dell’1,8%, seguita da Moncler e DiaSorin che cedono circa l’1,4%.
Le vendite sull’azionario sono state scatenate per l’ennesima volta dal rialzo dei tassi sui Treasuries, saliti oltre la soglia dell’1,5%, dopo che il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, non ha indicato nessuna strategia per placare l’ansia dei mercati su una eventuale brusca impennata dell’inflazione (guarda qui). Al momento i rendimenti del decennale Usa restano su questi livelli (1,564%) mentre i future di Wall Street sono poco mossi (Dow Jones -0,04%, S&P -0,05% e Nasdaq -0,12%), quanto basta per segnalare che i mercati non sono per nulla tranquilli in questa fase e basta poco per far cambiare rotta all’umore degli investitori.
In Asia anche Tokyo è sotto pressione per via delle vendite sui tecnologici e il Nikkei ha chiuso a -0,23%, Shanghai segna il -0,06& e Hong Kong il -0,03%. Stamani il premier cinese Li Keqiang ha annunciato per il 2021 un obiettivo di crescita del Pil del Paese di oltre il 6% dopo il +2,3% del 2020. Il primo ministro, parlando alla cerimonia di apertura del Congresso Annuale del Partito Comunista che ha preso il via oggi, ha usato toni ottimistici sulla ripresa dalla pandemia della Cina.
Il petrolio sale di oltre l’1% (Wti +1,24% a 64,6 dollari al barile a Brent +1,3% a 67,6 dollari al barile ) dopo che ieri ieri sera aveva guadagnato fino al 5%, ai massimi da aprile 2019 per il Wti e da gennaio 2020 per il Brent, al termine della riunione dell’Opec+ che si è conclusa nel tardo pomeriggio quando le borse Ue avevano già chiuso. Si attende quindi la reazione del mercato sui titoli del comparto oil alla decisione del gruppo di produttori di petrolio di estendere la maggior parte dei tagli alla produzione ad aprile, in attesa di vedere una ripresa economica globale più solida, con un aumento di soli 150 mila barili al giorno, inferiore ai 500 mila previsti. L’oro invece ritraccio ancora e stamani scende sotto quota 17.00 dollari a 1.694 dollari l’oncia (-0,38%) ai minimi da nove mesi per via del rialzo del dollaro e dei rendimenti Usa dopo i commenti di Powell. Nel valutario il cambio euro/dollaro è a 1,195, -0,1%, il dollaro/yen è a 108,25, +0,27% e il cross sterlina/dollaro viaggia a 1,388, -0,079%.
Sul fronte macro in Germania gli ordini al settore manifatturiero adjusted di gennaio sono saliti del 1,4% mese su mese, oltre il consenso del +0,5%. Da seguire in Italia le vendite al dettaglio di gennaio e negli Usa i dati sul mercato del lavoro si febbraio: le paghe del settore non agricolo, il tasso di disoccupazione e la retribuzione media oraria.
di: Maria Lucia PANUCCI
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