
I piani previsti dal Governo includono anche la creazione di più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane dove la disoccupazione è vista intorno al 5,5%
Mentre tutto il resto del mondo cerca di sconfiggere il virus e di tenere a galla l’economia, la Cina pensa invece alla sua ripresa in grande. Il Paese stima infatti per il 2021 una crescita del Pil di oltre il 6% in un contesto inflattivo intorno al 3%. E’ quanto si legge nella relazione del premier Li Keqian messa a punto in occasione dell’apertura dei lavori annuali del Congresso nazionale del Popolo (NPC), il ramo legislativo del parlamento cinese, per l’approvazione del 14esimo Piano quinquennale 2021-25.
Dopo una espansione del 2,3% nel 2020, la seconda economia mondiale vuole reagire alla crisi pandemica del Covid-19 con maggiori sforzi su riforme, innovazione e sviluppo di alta qualità. Il premier cinese fa sapere inoltre che il Governo prevede un deficit di bilancio del 3,2% sul Prodotto Interno Lordo, una solida crescita dei redditi e un forte aumento sia dei volumi sia della qualità delle importazioni. Il budget militare aumenterà del 6,8% quest’anno, in lieve aumento rispetto al 6,6% dello scorso anno.
Tra gli obiettivi del Governo cinese c’è anche la creazione di più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane, dove la disoccupazione è vista intorno al 5,5%. Il target è lo stesso del 2019 e in rialzo rispetto all’obiettivo di 9 milioni dello scorso anno.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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