Il consiglio di amministrazione ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo unitario di 0,50 euro per azione, per un ammontare complessivo di circa 132 milioni
Il Covid ha affossato anche i conti di Prysmian, azienda italiana con sede a Milano, specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche. È il leader mondiale nella produzione di cavi per torri eoliche.
In particolare ha chiuso il 2020 con ricavi pari a 10,02 miliardi evidenziando una variazione organica del -10,3%. L’Ebitda si è attestato a 781 milioni (contro i 907 milioni nel 2019) includendo oneri netti legati a riorganizzazioni aziendali, oneri netti non ricorrenti e altri oneri netti non operativi pari a 59 milioni. Il risultato operativo è sceso da 569 a 353 milioni. Infine, l’utile netto di pertinenza degli azionisti della capogruppo è ammontato a 178 milioni rispetto a 292 milioni del precedente esercizio.
Gli sforzi per proteggere la capacità di generazione di cassa hanno però premiato il gruppo che nel 2020 ha raggiunto livelli record, con un Free Cash Flow a €375 milioni (€487 milioni escludendo il cash out per Antitrust), superiore alla guidance.
Per questo il CdA ha deciso di proporre comunque la distribuzione di un dividendo unitario di 0,50 euro per azione, per un ammontare complessivo di circa 132 milioni. Sulla cedola dovrà decidere l’assemblea, convocata per il prossimo 28 aprile. Il dividendo, se approvato, sarà posto in pagamento a partire dal 26 maggio.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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