
Gimbe: vaccinati quasi 3 su 100, forti gap regionali. Iniziate le vaccinazioni di massa in Tirolo
I presupposti per istituire la zona rossa in Basilicata, a partire dal primo marzo, esistevano ed è peraltro impossibile differenziare una zona al suo interno. Sono due delle motivazioni che hanno portato il Tar della Basilicata a respingere un ricorso contro l’ordinanza emessa dal ministro della Salute il 27 febbraio. Il ricorso voleva ottenere anche l’annullamento dell’ordinanza del presidente della Regione, Vito Bardi, che aveva deciso la didattica a distanza per elementari e prima media dal primo al 5 marzo. Questa parte del ricorso è stata dichiarata improcedibile dal Tar.
In Italia hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.747.516 milioni di persone, pari al 2,9% della popolazione ma con marcate differenze regionali: si va dal 4,46% della Valle d’Aosta al 2,27% dell’Abruzzo, secondo il monitoraggio Gimbe. Tra le dosi previste per il primo trimestre ne risultano consegnate alle Regioni 7.207.990 e pertanto mancano all’appello meno della metà di quelle previste inizialmente, ovvero circa 15,7 milioni.
Sono iniziate in Tirolo le vaccinazioni di massa nel distretto amministrativo di Schwaz, nei pressi di Innsbruck. Si tratta di un progetto pilota, per cui Bruxelles ha messo a disposizione una fornitura extra di 100 mila dosi Biontech-Pfizer. Il 76% degli adulti di Schwaz ha dato la sua disponibilità a farsi vaccinare: si tratta di 48.500 persone.
La Danimarca ha sospeso invece per precauzione l’uso del vaccino anti-Covid di AstraZeneca a causa di problemi di coagulazione del sangue in alcuni pazienti.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: EPA
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